Gli studenti disabili aumentano ma il 40 per cento dei docenti di sostegno resta precario

Nel 43,3 per cento delle classi della scuola italiana c’è un alunno con una certificazione di disabilità. Quasi uno ogni due classi. E nel pubblico sale a 46,6. In media, in queste aule, il numero dei bambini e dei ragazzi con certificazione specifica è pari a 1,37. I dati del ministero dell’Istruzione per l’anno scolastico 2016-2017, riportati da Corrado Zuino su Repubblica.it, evidenziano un problema crescente. Di contro, però, il numero dei docenti di sostegno precari resta alto: il 37,2 per cento. Questo incide sulla vita scolastica dei ragazzi che spesso di ritrovano con un insegnante diverso ogni anno.
 
 In dodici anni il numero dei disabili a scuola è cresciuto del 64,7 per cento. Oggi sono 254.366 tra alunne e alunni, il 2,9 per cento del totale degli iscritti (8,7 milioni), il numero più alto da quando esiste questa rilevazione. Il rapporto definisce l’aumento “decisamente ragguardevole” vista la diminuzione dell’1,6 per cento, tra il 2014 e il 2016, del totale degli alunni italiani. I ragazzi con certificato di disabilità sono quasi tutti alla scuola pubblica: il 93 per cento. Alle superiori si arriva al 97 per cento. Mentre le scuole paritarie, che accolgono il 10,4 per cento degli alunni del Paese, hanno solo il 5,3 per cento dei disabili.
 
Il maggior numero delle disabilità (motorie, psichiche, uditive, visive) si registra in valore assoluto nella scuola dell’infanzia (90.845), ma nelle medie inferiori si arriva all’aliquota maggiore: 4 per cento. Nel 96,1 per cento dei casi la disabilità è di tipo psicofisico. Nel Nord-Est le certificazioni sono il 2,6 per cento del totale, nel Centro Italia il 3,1. In Basilicata si attestano al 2,2 per cento, in Abruzzo al 3,6. Nelle elementari i picchi si riscontrano in Sicilia (3,8 per cento) e in Lombardia (3,7 per cento). Nel ciclo delle medie inferiori Abruzzo e Molise arrivano al 4,9, la Lombardia al 4,8.
 
Colpisce il dato sul tipo di scuola interessate. Nelle medie di secondo grado il 50 per cento dei disabili frequenta un istituto professionale, scuola scelta in generale solo dal 20,1 per cento degli studenti. Il 26,6 per cento dei disabili è in classe in un istituto tecnico, il 23,6 per cento in un liceo. Cresce, ancora, la richiesta di sostegno di fronte a bambini-adolescenti stranieri: sono il 12,5 per cento del totale quando i non italiani in classe rappresentano il 9,4. Si osserva una particolare concentrazione degli alunni stranieri con disabilità in Lombardia (22,6 per cento), Emilia Romagna (22,1) e Veneto (20,2).
Il report, rifacendosi ai dati più recenti pubblicati dall’European Agency for special needs and inclusive education, spiega come in Italia solo lo 0,8 per cento dei disabili lievi frequenti scuole speciali, o classi speciali all’interno di scuole ordinarie, mentre in Scozia la percentuale sale al 7,1, in Islanda al 7,8 e in Norvegia al 7,9. Il sistema diventa “misto” in Svizzera (23,4 per cento), Irlanda (26,3 per cento), Finlandia (39 per cento) e in Francia (44,2). In Belgio la quota di chi frequenta classi speciali è dell’89 per cento e in Danimarca del 95.

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