G20: giovani Fridays for future e studenti in corteo a Roma

“Il G20 è l’occasione di concretizzare degli impegni per il clima realmente ambizioni e necessari, anche in previsione della decisiva Cop26 di Glasgow dove i paesi stentano a trovare un accordo persino sull’uscita dal carbone, che sarebbe dovuta avvenire già anni e anni fa”

Fridays For Future torna in Piazza a Roma il 30 ottobre con un corteo durante le trattative finali del G20. Al fianco dei giovani che protestano per l’immobilismo degli stati sulla questione climatica anche le sigle studentesche, universitarie e del mondo della ricerca.

L’appuntamento è alle 15 a Piramide per arrivare fino a Bocca della verità, insieme alle numerose realtà della Società della Cura, i sindacati di base e gli spazi sociali romani, nonché le delegazioni dei lavoratori della Gkn e Ilva. “Noi studenti abbiamo visto allontanarsi sempre di più la possibilità che con il nuovo piano di investimenti europei si costruisse una scuola diversa, più giusta e inclusiva. Non siamo più disposti a rimanere in silenzio – afferma in un comunicato la Rete degli studenti medi -. Faremo sentire la nostra voce in piazza, perché l’alternativa che vogliamo è la convergenza delle lotte per la giustizia climatica, sociale e di genere per la dignità delle persone e del lavoro”.

“Il G20 è l’occasione di concretizzare degli impegni per il clima realmente ambizioni e necessari, anche in previsione della decisiva Cop26 di Glasgow dove i paesi stentano a trovare un accordo persino sull’uscita dal carbone, che sarebbe dovuta avvenire già anni e anni fa”, spiegano gli attivisti di Fridays che avvertono “non abbiamo più tempo da perdere”. 

Fridays per l’emergenza climatica



“I danni che stiamo apportando alla biosfera aumentano con ogni mese che passa; quest’estate è stata caratterizzata da disastri ambientali e dall’ultimo report dell‘Ipcc, l’organo dell’Onu per il cambiamento climatico, in cui è stato ribadito ancora una volta che per restare sotto i +1.5 gradi centigradi dobbiamo agire ora” proseguono i giovani attivisti per il clima. Che però, lamentano, “da anni la politica resta sorda agli avvisi della scienza e alle richieste della società, anteponendo al bene della cittadinanza gli interessi delle multinazionali del fossile. Le lancette del Climate Clock, il countdown che segna gli anni che ci restano per evitare gli effetti peggiori della Crisi Climatica, continuano a ticchettare, noi le sentiamo, e vogliamo farle sentire a tutti”.

L’urgenza che trasmettono quei numeri, proseguono, “deve essere messa al centro delle discussioni del G20 e della Cop26, non abbiamo più tempo da perdere”.”Durante la preCop di Milano abbiamo sentito tanti bei discorsi, ma ancora una volta ai ‘bla bla bla’ non sono seguiti impegni concreti – sottolineano i giovani di Fridays for future Italia – I governi continuano a propinarci false soluzioni che permettono alle emissioni di Co2 di aumentare invece che ridursi, ad esempio: gli impianti per la cattura della Co2 a partire dalle fonti fossili o il mercato dei crediti di carbonio” dicono gli attivisti. A Milano “uno dei grandi temi è stato il Green Fund, i 100 miliardi che le nazioni storicamente responsabili delle emissioni di gas serra si sono impegnati a dare ai paesi in via di sviluppo, impegno ancora non mantenuto. Non devono essere prestiti, ma fondi ‘Dovuti’ per riparare a secoli di colonialismo e sfruttamento, per poter uscire da questa crisi tutti insieme in un’ottica di giustizia climatica”.

Corriereuniv seguirà da vicino la manifestazione e gli eventi correlati al G20

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