Giorno della memoria, il ricordo degli studenti: “Abbiamo la stessa voglia di ribellarci”

Vincenzo Buoninfante

“Imparare dagli errori del passato è un dovere“. No, non è l’istituzione a parlare,  ma sono gli studenti in persona. Nella giornata della memoria di tutte le vittime del terrorismo abbiamo deciso di dare la parola agli studenti, per capire fino in fondo le loro posizioni su questioni così delicate. A parlare ai microfoni del Corriere dell’Università Job è Vincenzo Buoninfante, neolaureato    in Lettere all’Università di Salerno.

Cosa significa per uno studente universitari questo giorno?

Purtroppo questa data segna la morte di due personaggi che hanno lasciato il segno, ognuno a modo suo, nella storia dell’Italia. Se, da un lato, la vicenda relativa all’uccisione di Moro ebbe il giusto clamore a livello mediatico, tale evento oscurò il barbaro assassinio di Peppino Impastato che “venne suicidato” su una linea ferroviaria. In quel giorno due persone pagarono la linea della fermezza: Moro quella dello Stato e Impastato quella della Mafia. Fu un giorno davvero drammatico per l’Italia e, anche a distanza di anni, negli occhi c’è il dolore di chi visse quegli anni così bui del nostro Paese.

RADIO_AUT

E’ ancora importante per voi?

Qualcuno può pensare che i giovani siano lontani da tali avvenimenti, soltanto perché avvenuti diversi anni fa. Io credo, invece, che i ragazzi di oggi abbiano la piena percezione di quanto avvenuto 35 anni fa. Molti vedono in Peppino Impastato un simbolo, un esempio da seguire per la lotta contro i poteri forti. Con Radio Aut, Impastato e i suoi amici fecero qualcosa di impensabile: ridicolizzare il boss Tano Badalamenti era qualcosa di inimmaginabile per chiunque. I ragazzi oggi, seppure in una fase storica diversa, hanno la stessa voglia di ribellarsi ai poteri precostituiti. Hanno dentro una rabbia che sale dalla frustrazione nel vedere invalidato il proprio futuro, che deriva dall’inettitudine alla quale sembrano costretti da una società che non è in grado di fargli fare il passo per entrare nel mondo adulto. Sembra quasi che i ragazzi di oggi debbano rimanere adolescenti fino a 35 anni perché altrimenti non si può, perché c’è un lavoro che non esiste e una vita impossibile da costruire.

Tobagi, Moro, Impastato: il terrorismo ha fatto davvero male all’Italia.

Oltre alle figure di Moro e Impastato, su cui ci sarebbe ancora tanto e tanto da dire, mi piacerebbe ricordare anche altri personaggi che hanno perso la vita in quegli anni scellerati, sul finire degli anni ’70. Tra questi la figura di Giorgiana Masi di cui, il 12 maggio, ricade il 36° anniversario della sua uccisione. Una morte che, a distanza di così tanto tempo, non ha ancora un colpevole.

Un sguardo al futuro in una data così importante?

Gli anni di piombo hanno segnato il periodo più buio nell’Italia del secondo dopoguerra. Imparare dagli errori del passato è un dovere. I ragazzi credo lo stiano facendo. Penso sia arrivato il momento, per il bene del paese, che anche le istituzioni si rendano conto del momento di difficoltà e facciano qualcosa di concreto per ridare dignità alla propria gente.

Raffaele Nappi

 

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