Giannini alza la voce: "Due miliardi per la ricerca. Situazione non più tollerabile"

Si è dato appuntamento a Roma, attorno tavolo di convegno del CNR, il “Gruppo 23”, per discutere del “futuro della ricerca in Italia”. Sul piatto un settore in difficoltà da anno, con davanti agli occhi prospettive di crescita e di riforma. A partire da un’agenzia indipendente dalla politica, in grado di valutare e finanziare i gruppi di ricerca migliori, sia negli atenei che negli enti. Ma, ancora, un aumento significativo e programmato del finanziamento statale, che porti finalmente la ricerca in Italia a un livello europeo. E, infine, fondi aggiuntivi per finanziare i più meritevoli. Sono questi i punti centrali della ricetta del “Gruppo 23”, che è tornato a lanciare l’allarme: “La situazione, forse, è peggiorata – hanno sostenuto – a partire dal disinvestimento collettivo nel settore della ricerca”. E’ vero, i tagli si sviluppano anche a livello internazionale, ma “in Italia sono più pesanti che altrove, mettendo a rischio di sottofinanziamento cronico l’intero settore della ricerca pubblica”, scrivono i ricercatori di Scienzainrete.

Questi i dati: la spesa totale in ricerca sul Pil nell’area Ocse è cresciuta del 2,1% (meno che nell’anno precedente: 2,8%), soprattutto grazie alla crescita costante della quota del privato (+2,8%). L’investimento in ricerca in Italia è passata all’1,13% sul Pil del 2007 al 1,29% del 2014, ma con Pil calante. Lontano dalla media europea di quasi il 2% di Pil.

La fonte di finanziamento è per il 44,8% di origine industriale; per il 41,9% di origine pubblica, e per il 9,50 proveniente dall’estero (media 2010-2013). Rispetto al triennio precedente, i ricercatori segnalano l’aumento del finanziamento privato e estero, mentre diminuisce il finanziamento pubblico.

Insomma, per i ricercatori è “ora di cambiare rotta”. “La ricerca scientifica serve per creare il mondo, far crescere la competitività delle imprese e aprire le porte ai giovani, ma la politica non comprende, è silente”, ha detto il presidente del Cnr, Luigi Nicolais in apertura dell’incontro.”E’ imminente la delega al Governo per riformare il settore della ricerca scientifica” – ha scritto il ministro Giannini, in una lettera aperta ai ricercatori. “La delega al Governo, e in particolare al mio ministero, per incidere profondamente su struttura e regole del sistema della ricerca, è una tappa imminente e decisiva nel percorso di semplificazione e valorizzazione del settore”. Il ministro ha annunciato infine il finanziamento di 2 miliardi fino al 2017 per rilanciare il settore nel Paese. “L’approvazione del Programma Nazionale della Ricerca segnerà una prima inversione di tendenza stanziando nei prossimi anni, fino al 2017, due miliardi di euro nei principali pilastri della internazionalizzazione, capitale umano, infrastrutture per la ricerca, Mezzogiorno, partnership pubblico privato”, ha fatto sapere il ministro nella lettera. Tra le urgenze sottolineate da Giannini nella sua lettera ci sono carenza di risorse finanziarie, calo progressivo di docenti e ricercatori e pratiche burocratiche sempre più incompatibili con la ricerca scientifica. “Questa situazione non è più tollerabile”.

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