Gentile senatore

Gentile senatore, indignato dall’ingenuo ricatto della Gelmini (“o passa il DDL o blocco tutto”), e dopo aver visto con alcuni miei studenti il video su YouTube della stessa che definisce il DDL 1905 vantaggioso per gli studenti, ci domandiamo con che coraggio si possa affermare di essere dalla parte degli studenti e delle loro famiglie dopo aver disinvoltamente attuato le seguenti manovre. Ecco la lettera che il prof. Gabriele Azzaro rivolge ai senatori della Repubblica in merito alla riforma dell’istruzione e dell’Università.

Gentile senatore,
indignato dall’ingenuo ricatto della Gelmini (“o passa il DDL o blocco tutto”), e dopo aver visto con alcuni miei studenti il video su YouTube della stessa che definisce il DDL 1905 vantaggioso per gli studenti, ci domandiamo con che coraggio si possa affermare di essere dalla parte degli studenti e delle loro famiglie dopo aver disinvoltamente:
– reintrodotto il maestro unico;
– annientato la formazione degli insegnanti senza avviare alternative finanziariamente perseguibili;
– ridotto drasticamente o annullato il tempo pieno alla primaria;
– sottofinanziato le scuole primarie e secondarie – per cui, per esempio, ora sono i maestri a comprare di propria tasca il materiale di consumo quali i gessi, la carta, le penne (ricevendo per altro la promessa di lavagne interattive che nessuno è stato formato a usare);
– licenziato 140.000 docenti e amministrativi della scuola, molti dei quali precari con decenni di esperienza e raffinatissima cultura e metodi didattici;
– introdotto indiscriminatamente l’ora di 60 minuti alle superiori, che sfinisce i ragazzi e serve solo a dare l’illusione di efficienza;
– corrotto il curriculum delle superiori, tagliando fra l’altro materie fondamentali quali la geografia e circa 100.000 ore di lezione globalmente a livello nazionale (se confrontiamo tutti i nuovi licei con la “vecchia” scuola);
– cancellato gli insegnamenti relativi alla lingua inglese nel nuovo corso di Laurea Magistrale quinquennale per la formazione dei futuri maestri;
– realizzato e preventivato tagli all’Università di entità seguente:
63.5 milioni di euro per l’anno 2009;
90 milioni di euro per l’anno 2010;
316 milioni di euro per l’anno 2011;
417 milioni di euro per l’anno 2012;
455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013;
– permesso tramite una reazione debolissima e tardiva che un simbolo di un partito molto “territoriale” campeggiasse per mesi all’interno di un edificio statale;
– insultato gli insegnanti e i docenti non rispondendo mai direttamente alle obiezioni pedagogiche, organizzative, finanziarie e didattiche poste in varie sedi nei modi più garbati;
– ridotto di fatto lo stipendio dei docenti bloccandone un intero scatto di anzianità ed espandendo la cadenza degli scatti seguenti da due a tre anni (l’adeguamento stipendiale all’inflazione avverrà ogni tre anni e non più due, causando a fine carriera perdite per decide di migliaia di euro, soprattutto ai più giovani);
– tentato di screditare i docenti universitari di ruolo definendoli genericamente e negativamente “baroni”, docenti selezionati da estenuanti concorsi e distinti da decenni di servizio didattico ed amministrativo, con sulle spalle un monteore 8-9 volte superiore a quello richiesto da contratto;
– tagliato drasticamente le borse di studio per gli studenti meritevoli meno abbienti;
– snobbato i problemi di 25.000 giovani ricercatori, ignorando i milioni di ore di lezione gratuite devolute da essi fino ad ora allo Stato;
– promesso a vuoto al momento, in mancanza di copertura finanziaria, i concorsi per professore associato, gli scatti di anzianità per i ricercatori, le borse di studio e i finanziamenti per gli alloggi destinati agli studenti meno abbienti;
– proposto una riforma universitaria che aumenta il potere localista dei ‘baroni’ veri, tramite lo specchietto per allodole del concorso “nazionale” con chiamate che resteranno pur sempre “locali”;
– proposto una riforma universitaria che aumenta il potere dei rettori, che possono nominare a piacimento membri del Consiglio di Amministrazione e che possono restare in carica ben 6 anni in ogni sede dove fossero eletti;
– proposto concorsi con un’abilitazione senza limiti numerici, che verrebbe a idoneare una massa enorme di “precari” di fatto senza posto fino all’atto di una chiamata decisa verticisticamente dalle singole sedi;
– stroncato un’intera generazione di giovani ricercatori che fuggono all’estero, e i cui maestri non sanno a chi lasciare in eredità la propria esperienza accademica;
– bloccato le attività di valutazione: in tre anni non è ancora entrata in funzione l’agenzia Anvur e nel frattempo il vecchio organismo ministeriale del Civr è rimasto spento;
– permesso che imprese a scopo di lucro come il CEPU diventino università pari alle statali, producendo laureati “a distanza” che andranno a concorrere con i nostri laureati frequentanti per i pochi posti di lavoro rimasti, e di fatto legittimando lo “scandalo delle telematiche”;
– proposto l’ingresso di entità private nei consigli direttivi degli Atenei (Consigli di Amministrazione) ben sapendo che le iniziative imprenditoriali in area formativa sovente hanno ovvi intenti speculativi;
– proposto a tutti gli effetti il commissariamento del MIUR, che in futuro potrebbe fungere da Ministero senza portafoglio, in tutto sottomesso al Ministero delle Finanze secondo l’art. 25;
– proposto una riforma che costringerebbe i singoli Atenei a maratone burocratiche disumane per stilare gli oltre 1.000 nuovi regolamenti resi necessari da una legislazione imprecisa, asfissiando la già debole voce di chi vuole continuare a fare ottima ricerca ed eccellente didattica, nonostante tutto;
– proposto in breve una riforma che mina l’autonomia universitaria, bene supremo in un paese democratico, libero e favorevole al libero pensiero.
Sono allibito, agghiacciato e senza parole di fronte al melense spot pubblicitario della Gelmini su YouTube ed alle sue continue aggressioni. E i miei studenti si sentono insultati e derisi (quei sorrisetti a tempo di valzer, in sincronia con la scritta “APPLAUSI” che misteriosamente mancava). E – mi creda – non sono studenti di sinistra. Anzi.
Schiacciato da questi ed altri comportamenti che reputo illiberali, e che sono stati pubblicizzati per l’esatto opposto di quello che di fatto sono, dichiaro che se il DDL 1905 verrà definitivamente approvato, all’inizio di ogni mio futuro corso darò lettura della precedente lista coi nomi dei singoli onorevoli dei raggruppamenti politici che lo avranno votato. Inoltre non dedicherò più di 350 ore all’anno ad attività di gestione amministrativa, come da contratto. Chiederò adesioni a questa iniziativa anche ai colleghi tramite mail e Facebook. Se poi questo causasse il blocco della riforma nei suoi regolamenti attuativi, la colpa non sarà certo nostra.
prof. Gabriele Azzaro

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