Concorsi truccati: a scegliere i criteri della selezione erano i candidati. “Scriviamo i punteggi insieme”

Dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sui concorsi truccati a Medicina emerge un quadro piuttosto inquietante con il professor Massimo Galli, presidente della commissione valutatrice alla Statale di Milano, concordare con uno dei candidati i criteri della selezione.

Un concorso dove a scrivere i punteggi per l’assegnazione di una cattedra non era la commissione che aveva il compito di valutare i candidati ma i candidati stessi. Uno in particolare: quello legato al professore Galli. Emergono nuovi particolari sull’inchiesta della procura di Milano sui concorsi truccati a Medicina che ha visto indagati 33 persone tra cui l’infettivologo Massimo Galli, volto noto della tv in epoca pandemica, ospite fisso di numerose trasmissioni da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus.

Il Corriere della Sera oggi pubblica i verbali di alcune intercettazioni agli atti dell’inchiesta. Verbali in cui il professor Galli, in qualità di presidente della commissione giudicatrice di un concorso universitario alla Statale di Milano, ragiona sui punteggi da attribuire a uno dei candidati, invitandolo a fornirli lui stesso. Una procedura quantomeno bizzarra.

È il 14 febbraio del 2020 e Galli parla con Agostino Riva, uno dei due candidati al posto reso disponibile dal concorso. “Dobbiamo ragionare, magari in due è meglio che one. Se no (i punteggi, ndr ) li metto io alla c…, sperando che non ci siano casini e menate. Scendi dalla Bianca (la segretaria di Galli, ndr ) e cominciamo a lavorare sull’assegnazione…”. “Adesso (i punteggi, ndr ) fatteli vedere dalla Bianca… che possono essere attribuiti a te e a lui per le varie questioni… Però non me lo far dire...”.

Il 3 febbraio 2020 invece si parla dei criteri su cui basare la selezione. Che, a leggere le intercettazioni agli atti dell’inchiesta, sembrerebbero essere stati individuati da Galli in comune accordo con uno dei candidati che a quel concorso avrebbero dovuto partecipare. “Allora, senti, quanti lavori avevi presentato? Sedici? Ed erano tutti quanti a tuo primo e ultimo nome tranne uno, mi pare… E di argomento coprivano… Va beh, allora senti la frase che avevo scritto…” “C’è tutto, no? Va bene, questo potrebbe andare e risolvere la questione”.  

In una intervista a Repubblica, Massimo Galli si è detto tranquillo di poter dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli vengono mosse. “Resto tranquillo e aspetto di capire bene cosa mi è stato contestato – ha detto – Affronterò anche questa cosa come ho sempre fatto: con la schiena dritta e la coscienza tranquilla”.

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