Ddl Ricerca, ancora un rinvio per discutere gli emendamenti

Il Consiglio dei ministri ha messo a punto il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles, che contiene l’ossatura della prossima Legge di bilancio da 23 miliardi.

Ridisegnare il sistema che ci sarà almeno nei prossimi dieci anni in Italia per quanto riguarda il futuro della ricerca non è una cosa semplice. Ma il rinvio della discussione degli emendamenti del ddl 2285 in Commissione Istruzione al Senato a data da destinarsi – attualmente non c’è una calendarizzazione – fa immaginare la confuzione in atto anche all’interno della maggioranza. La legge sul reclutamento dei ricercatori nell’università e negli enti pubblici di ricerca si prefissa di garantire un percorso chiaro per combattere il precariato nel mondo accademico italiano.

A Palazzo Madama si formano nuove alleanze, o almeno di intenti convergenti come si possono vedere dagli emendamenti presentati da Italia Viva, FdI, FI e Pd. Sempre più isolati i 5 Stelle che evidentemente cercano di difendere fino a dove possibile uno dei punti fondamentali del testo: come verranno formate le commissioni che sceglieranno i ricercatori.

Gli emendamenti presentati sul ddl ricerca

Su Corriereuniv vi abbiamo raccontato i vari punti di vista degli attori in campo. Non ci sono solo le concorsopoli in ballo ma la garanzia che i nuovi ricercatori in Italia non saranno una massa informe di sfruttati e sottopagati ma uomini e donne con un percorso definito che li aiuti a svolgere il proprio lavoro, cercando di mettere un freno all’emoraggia di giovani cervelli che scappano all’estero attratti da paghe migliori e una qualità della vita (o di prospettiva personale) migliori.

Il Consiglio dei ministri ha messo a punto il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles, che contiene l’ossatura della prossima Legge di bilancio da 23 miliardi. Iniziano quindi a delinearsi gli elementi principali della prossima manovra. Non è dato sapere, però, se quanto ventilato dalla maggioranza (e anche dal ministero) sul “corposo” stanziamento per le stabilizzazioni sia stato aggiunto o meno. Per ora sembrerebbe che la palla passerà al Parlamento con uno o più emendamenti.

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