Assemblea al Sannio

Presso l’Università degli Studi del Sannio si è tenuta un’assemblea d’ateneo per discutere le problematiche che l’università italiana sta vivendo in questo momento di crisi.

Presso l’Università degli Studi del Sannio si è tenuta un’assemblea d’ateneo per discutere le problematiche che l’università italiana sta vivendo in questo momento di crisi.
Dalla protesta dei ricercatori al ddl Gelmini nella sua interezza, ai tagli all’università, sono sempre più numerose le cause che hanno portato al rinvio dell’attività didattica al Sannio così come negli atenei di gran parte d’Italia. Alla manifestazione hanno partecipato il Magnifico Rettore Filippo Bencardino e una folta rappresentanza di docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo. “La Conferenza dei Rettori ha portato avanti un dialogo con il Parlamento, convinta della necessità di una riforma organica per l’Università italiana. Adesso, invece, emerge un problema di carattere economico. Il Paese è fermo e recuperare il ritardo sarà difficile” ha spiegato il rettore Filippo Bencardino. Rischia così di saltare la tanto discussa riforma universitaria.
Una sorta di sollecitazione ai ricercatori quella del Rettore che ha chiesto ai dottori del suo ateneo di appellarsi al buon senso e farsi carico di un senso di responsabilità nei confronti degli studenti. “Esercitiamo una funzione pubblica e quindi abbiamo l’obbligo di garantire i servizi. Lo studente non può essere penalizzato da una manifestazione che può incidere sulla sua vita. Il rinvio dell’inizio dei corsi è un danno per i grandi ma soprattutto per i piccoli Atenei” ha affermato il Rettore.
Per quanto riguarda il Sannio, il bilancio può dirsi ottimo e in merito il Rettore si è così espresso: “Al momento non si dispone ancora di un quadro attendibile e dettagliato circa gli effetti che l’applicazione del nuovo modello di ripartizione dell’FFO determinerà per i singoli Atenei della Campania. Non è tuttavia difficile immaginare che esso provocherà conseguenze inevitabilmente pesanti su una larga parte del sistema universitario pubblico, conseguenze che in vari casi si sommeranno alle decurtazioni già intervenute lo scorso anno”.
La crisi dell’Università si inserisce in un contesto drammatico più ampio. È prima di tutto una crisi economica. Il Paese è diviso e governato da interessi territoriali forti. Assistiamo alla mancanza di una classe politica illuminata del Mezzogiorno, capace di fare opinione e di incidere sulle scelte” ha concluso Bencardino.

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