Appesero foto della Meloni e di Valditara a testa in giù ai cancelli della scuola: studenti “condannati”

Sanzionati con dieci giorni di sospensione e l’obbligo a svolgere lavori socialmente utili a scuola gli studenti che si erano resi responsabili dei manifesti che ritraevano il volto capovolto della premier e del ministro dell’Istruzione.

Attività socialmente utili e dieci giorni di sospensione: è questa la “pena” che dovranno scontare gli studenti del liceo Carducci di Milano che lo scorso 4 marzo avevano appeso davanti ai cancelli della loro scuola alcuni manifesti che ritraevano i volti della premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a testa in giù. La decisione è stata presa al termine di un’istruttoria durata due settimane e cominciata il 6 marzo, quando il preside Andrea Di Mario aveva convocato, insieme ai genitori, i primi due presunti autori del gesto. A seguire, gli altri autori si erano autodenunciati per mostrare sostegno e prendersi le proprie responsabilità.

Gli studenti però denunciano delle pesanti distorsioni per quel che riguarda le modalità di applicazione delle sanzioni, soprattutto per quel che riguarda i lavori socialmente utili che i ragazzi sono obbligati a svolgere. “Una studentessa, durante una delle ore di attività socialmente utili, è costretta a trasportare a mano, per due rampe di scale e una discesa, in uno scatolone, più di un centinaio di componenti di vecchi computer – hanno spiegato in un comunicato il Collettivo Mille Papaveri Rossi – Dovrà poi spostare delle vecchie mattonelle con dei secchi per una discesa non asfaltata e dei sacchi della spazzatura. A detta del personale Ata, che sorvegliava la ragazza mentre eseguiva gli incarichi, queste erano mansioni posticipate da tempo ma all’occasione della sanzione se n’è subito approfittato per portare tutto a termine”.

Inoltre, per gli studenti i loro compagni sarebbero stati utilizzati anche per dipingere di bianco i muri paralleli alla sede dell’istituto, per coprire scritte e disegni accumulati negli anni. “La vernice non era abbastanza opaca da non far trasparire ciò che si era verniciato, i lavori sono stati fatti in maniera grossolana e più rapidamente possibile, anche per volontà della stessa docente di sorveglianza. I docenti di passaggio non si trattengono dal fare commenti derisori, dall’assecondare i passanti che insultano apertamente i responsabili, alimentando un clima di umiliazione” è l’accusa del Collettivo. “Non abbiamo intenzione di propinare una versione ideologica sui fatti accaduti il 4 marzo. Ma vogliamo ricordare che i protagonisti sono studenti e studentesse del nostro istituto. Hanno diritto alla stessa dignità di tutti gli altri” concludono.

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