Statale di Milano, l’università sposta il suo open day al 22 giugno per colpa dell'”acampada”. Intanto gli occupanti si picchiano tra fazioni

Questa mattina nell’atrio sono arrivati una decina di attivisti e tra le due fazioni sono volati spintoni.

“A causa dell’occupazione in corso, l’Università Statale di Milano rimanda l’Open Day, previsto inizialmente per sabato 25 maggio, a sabato 22 giugno”, è quanto annuncia l’Ateneo meneghino in una nota. Il tutto in un clima rovente: questa mattina tra gli studenti pro Palestina e alcuni attivisti di Lotta Comunista è scoppiata una rissa. Dopo che, la scorsa settimana, alcuni attivisti avevano discusso con gli studenti che vendevano il giornale “Lotta Comunista” e la vicenda era finita a schiaffi, martedì mattina sono nuovamente volati spintoni e insulti tra i due gruppi.

 Stando a una prima ricostruzione, un gruppo di una decina di attivisti di Lotta Comunista si sarebbe presentato nell’atrio della Statale, vicino all’aula magna, dove da dieci giorni sono montate le tende degli studenti che reclamano la fine degli accordi tra l’ateneo e gli atenei israeliani. Qui, per motivi ancora da chiarire, è nata una discussione presto sfociata in rissa.

“L’Ateneo è attivamente impegnato in una capillare campagna informativa su tutti i suoi canali rivolta a tutti gli studenti già iscritti e alle scuole e comunica che sabato 25 maggio, nella sede di via Festa del Perdono 7, sarà comunque organizzato un presidio di emergenza a cura del COSP – Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni”. Insomma l’Open Day ci sarà in forma ristretta, aspettando tempi migliori.

Il rettore Franzini: “Stop all’occupazione. Pulire gli spazi”

Il video in cui volano spintoni tra le due fazioni è finito in rete. Gli studenti Pro Palestina si sono poi riuniti in assemblea, per decidere il da farsi. Il timore “è che eventi come questi, nati da provocazioni ad hoc, vengano usati in modo strumentale, sviando l’attenzione dai veri motivi della nostra protesta e minimizzandola” dice a Corriereuniv.it degli alunni che partecipa all’”acampada”. 

La presenza dell’accampamento in Statale, iniziato il 10 maggio scorso e prima “tollerato”, sta cominciano a creare problemi e malumori, anche a seguito di vandalismi, come le scritte contro la polizia, bestemmie e simboli anarchici. Alcune attività accademiche sono state spostate in altre zone dell’ateneo. Ieri il rettore Elio Franzini ha accolto una delegazione degli studenti pro Gaza, chiedendo loro di terminare la protesta. 

“Il Rettore ha rappresentato agli studenti la sua ferma condanna degli atti di vandalismo e di aggressione verbale – recita una nota della Statale –  nonché della occupazione di spazi interni dell’Ateneo che, oltre ad essere fuori da ogni legalità, sta minando l’ordinaria programmazione delle attività istituzionali a danno dell’intera comunità universitaria. Rimarcando come anche il messaggio più condivisibile venga inquinato da atteggiamenti di prevaricazione e da forme più o meno latenti di sopraffazione, il rettore ha richiesto la cessazione dello stato di occupazione e che gli studenti si attivino per pulire gli spazi interni nel nome del rispetto che devono alla loro Università, luogo di formazione e palestra di confronto civile”. Ai ragazzi è stato proposto l’utilizzo “uno spazio interno limitato, in condizioni di sicurezza, invitandoli a proseguire la loro mobilitazione in modo pacifico, bandendo ogni comportamento scorretto, facendo prevalere maturità e senso di responsabilità”. 

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