Il rapporto “Quanto ci costa?” dell’Unione degli universitari sul costo universitario medio annuo di ogni ateneo italiano fotografa lo stato dell’arte riguardo il finanziamento all’istruzione superiore nel nostro Paese. La prima stima che salta all’occhio è il costo medio complessivo annuale per studente: 5mila euro se si frequenta in sede, 5.500 per i pendolari, 11mila per i fuorisede con affitto di una stanza singola.
Nel rapporto i costi per ateneo sono divisi in: tassazione, costo per l’alloggio, trasporti e costo mense. “A fronte di un sosttofianziamento costante al sistema universitario, fin dalla legge Gelmini del 2011, solo negli ultimi anni il Fondo di Finaziamento Ordinario (FFO) è tornato sui livelli antecedenti del 2010 – si legge nel rapporto – senza contare, però, tutti i fondi persi nell’ultimo decennio”.
Tassazione annuale
Secondo la rielaborazione fatta su dati Federconsumatori, centro statistico del Ministero dell’Università, Report Cittadinanzattiva.it, la tassazione universitaria, che gli Atenei hanno dovuto aumentare negli ultimi 15 anni per sopperire al costante definanziamento pubblico, raggiunge rincari fino al 260% come avviene per Università di Bari, sotto abbiamo: Università degli studi di Palermo (+208%), Università degli studi di Palermo (+187%), Università degli studi di Foggia (+180%), Università di Roma “Tor Vergata” (+150%).
Mentre gli Atenei pubblici dove si pagano più tasse sono: Politecnico di Milano (2314,46 euro), Università dell’Insubria (2043,90 euro), Università degli studi di Pavia (1965,44 euro) e Alma Mater a Bologna (1871,04 euro). Con un costo medio annuo sull’intero territorio nazionale di 1353,43 euro, vi sono, però, alcuni atenei virtuosi come l’Università egli studi di Camerino, passata da 692,81 euro a 652,14 euro (-5,87%).
Il rapporto National Student Fee and Support System in European Higher Education 2020/21 di Eurydice, collocano l’Italia tra i paesi con la tassazione universitaria più alta e gli interventi per il sostegno per il Diritto allo Studio più bassi, una combinazione in forte contrasto rispetto, ad esempio, alle politiche universitarie adottate in Germania, ove il sistema universitario è totalmente gratuito, seppur con minimi interventi per il sostegno al DSU. Il costo per la totale gratuità dell’università in Italia si aggira sui 2 miliardi du euro annui.
Dispositivi elettronici
Nei Livelli Essenziali delle Prestazioni in tema di Diritto allo Studio, sanciti dal D.lgs. n. 68/2012, non vi è l’obbligo che venga garantito un dispositivo elettronico come un Pc agli studenti. Tale spesa, quindi, grave totalmente sulle spalle di chi scegli di studiare all’unversità e il rapporto quantifica in 697,60 euro il costo medio per l’acquisto di un dispositivo il primo anno universitario e l’ammortizzamento nei vari anni di studio. “Una voce che andrebbe aggiunta nei Livelli Essenziali – suggerisce il rapporto – soprattutto dati i recenti eventi che hanno costretto studenti e studentesse a seguire lezioni da remoto, non sempre con dispositivi adeguati”. Di fatto, però, tutte le università lavorano ancora con modalità duale e spesso molti studenti non vivono più la realtà universitaria fisicamente, l’ultimo governo aveva fornito fondi agli atenei per acquistare nuovi dispositivi ma in numero limitato in base all’isee presentato e non con fondi strutturali.
Quasi assenti, invece, le coperture finanziarie per i pasti consumati a pranzo, e in caso di lontananza da casa, a cena. Tranne per gli studenti con borse di studio, il rapporto evidenzia come sono pochi gli atenei che danno una qualche forma di sconto nelle mense. Il costo medio a pasto è stimato a 7,50 euro, uno studente in sede o pendolare spenderà quindi fino a 2730 euro l’anno, mentre un fuorisede fino a 5460 euro.
Trasporto urbano ed extraurbano
Sicuramente la tematica del trasporto è una delle più sovvenzionate da parte delle università, attraverso convenzioni si abbassa il costo degli abbonamenti annuali sia urbani che extraurbani. Ma anche qui si possono notare fortissime differenze di un quadro che è tutto fuorché tendente all’omogeneità tra studenti. La media è pari a 200,14 euro con uno sconto pari al 36% rispetto l’abbonamento ordinario. Mentre per l’abbonamento extraurbano sono ancora molto pochi gli atenei che applicano degli sconti, la media italiana si aggira sui 650 euro l’anno.
I casi più virtuosi sotto questo aspetto sono l’Università degli studi del Molise, con la totale gratuità per le tratte urbane, insieme all’Università di Camerino – che si dimostra l’ateneo più virtuoso evidenziato nel rapporto -. Vanno altresì mensionati gli atenei di Pavia (-94%), Messina (-88), Trento (-81), Politecnico e Università di Bari (-72). “Garantire una gratuità dei trasporti pbblici urbani non è solo un’agevolazione ma, sopratutto, una risposta verso una mobilità più sostenibile, con un abbattimento significativo dello spostamento in auto”, scrivono gli studenti. “Trasporto urbano d extraurbano sono inseriti tra le garanzie del Livello Essenziale delle Prestazioni del diritto allo studio, per la cui totale gratuità dovrebbero essere usati i fondi del Pnrr”.
Alloggi e residenze universitarie
Il numero complessivo di posti letto a livello nazionale è di poco inferiore alle 36.500 unità (4,77%) a fronte di oltre 764.000 studenti fuorisede. Un dato allarmante e la voce più alta del costo per gli studenti fuorisede (mensa a parte) che devono affidarsi al mercato privato, raddoppiando così i costi e finendo spesso in mano a speculazioni da parte dei proprietari degli immobili. Si arriva così ad un costo medio annuo di circa 2.882,53 euro, con casi limite come quello di Milano pari a 6048 euro, Firenze con 4972,80 euro, Roma 4704 euro e Bologna con 4536 euro.
A livello nazionale il costo medio mensile per una camera singola da 28mq è di 240,21 euro. La situazione peggiore è nelle città. A Milano una stanza singola per studenti può raggiungere i 504 euro in media, seguita da Firenze con 414 euro, Roma con 392 euro, Bologna con 378 euro. La città del Sud con i costi maggiori è Napoli con 338,80 euro mensili.
L’investimento previsto dal governo Draghi nel Pnrr è pri a 950 milio di euro per strutturazioni e nuovi campus. Entro il 2026 sono previsti con tali fondi circa 100mila alloggi in più. “Se da un lato si può ritenere positivo un ingente investimento da parte dello Stato, dall’altro
è importante evidenziare come questo sia solo un primo step e di come, per giungere ad
una potenziale copertura del fabbisogno reale, sia necessario stanziare una cifra sei volte superiore a quella prevista – scrivono gli studenti nel rapporto – di modo da giungere ad un sistema che sia integralmente pubblico”.
Il costo stimato è pari a poco meno di 7 miliardi di euro ma gli studenti propongono nel breve periodo “Canone di locazione peresigenze abitative”. “A tale misura deve poi ricollegarsi l’apertura di appositi tavoli territoriali volti all’aggiornamento periodico dei criteri in tutte le città universitarie, contenendo il canone mensile con risorse specifiche per il rispetto di tali accordi, il tutto affiancato da dati statistici appositamente forniti dall’Agenzia delle Entrate”.
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