“Vedere i vostri volti è bellissimo”. Roberto Saviano ha esordito così – ieri pomeriggio – davanti alla platea dell’Aula Magna della facoltà di Lettere dell’Università di Roma Tre e i suoi occhi lucidi tradivano un’emozione autentica: il caloroso applauso che l’aveva accolto in sala proveniva da centinaia di ragazzi che avevano appena finito di vedere il film tratto dal suo Gomorra, giovani accorsi numerosi per poterlo ascoltare e potersi confrontare con lui. Un incontro organizzato dall’Onda studentesca cui lo scrittore ha aderito con entusiasmo.
Lo slogan. “Non saranno gli studenti e le studentesse a pagare la crisi dei politici mafiosi e dei finanzieri corrotti”. Questo recitava lo striscione preparato dai ragazzi per l’occasione: ogni riferimento alle vicende dell’attualità politica di ieri, di oggi e di “domani” era puramente voluto. In quasi un’ora e mezza Saviano ha toccato molti temi mantenendo alta l’attenzione dei ragazzi: nonostante l’aula fosse gremita non è volata una mosca. Tutti in silenzio (alcuni anche in piedi) con la voglia e il piacere di ascoltare la testimonianza di una persona simbolo della lotta alla criminalità organizzata.
Quei feudi del Centrosinistra. “Al di là delle attuali vicende in corso a Napoli e di come andranno a finire, una cosa va detta, che il centrosinistra avesse relazioni con la criminalità organizzata lo si sapeva da dieci anni. Non a caso la Campania e la Calabria, feudi del centrosinistra, hanno il record per crimini di questo tipo”. Questo è stato uno dei momenti più intensi della lezione sulla criminalità e camorra tenuta dall’autore di “Gomorra”.
Il ricambio necessario. Saviano ha lanciato un appello all’elettorato molto applaudito dai numerosi studenti presenti in sala: “Gli elettori di sinistra e di destra devono una volta per sempre, al di là delle loro idee politiche scegliere persone diverse a rappresentarli”. Il fatto di essere accusato “dalla mia gente di aver diffamato la mia terra è una cosa ingiusta. Quello che emerge in ogni inchiesta – ha detto – è che al di là del fatto se sei di destra o di sinistra, sei coinvolto in certe cose perché è così che funziona”.
Un business miliardario. “La criminalità organizzata in Italia fattura 100 miliardi di euro. Per capirne la portata, basti pensare che la Fiat Mondo ne fattura 50”. Applausi e ancora applausi quando Saviano ha chiesto agli studenti di pretendere che “gli eletti in Parlamento, di destra o di sinistra, siano diversi da quelli che ci sono adesso”.
Una scelta di campo. “Ho scritto Gomorra – ha aggiunto – perché, come ha detto più di qualche sacerdote ucciso dalla criminalità organizzata che chiedeva a Dio non dove fosse, ma da che parte si fosse schierato, anch’io ho deciso da che parte stare”.
La guerra “silenziosa”. “Il fatto è – ha spiegato lo scrittore – che è una vera e propria guerra quella che avviene nel sud. Una guerra che ha fatto 4.000 morti, più del fondamentalismo islamico in Europa. Una guerra silenziosa di cui i media parlano poco”.
La mattanza continua. E poi Saviano fa vedere su uno schermo attrezzato dietro la cattedra tante foto di morti ammazzati (tutti under 35), in cui molto spesso ci sono come testimoni dei ragazzini piccoli in prima fila (“si può dire che questa è una sorta di iniziazione. I bambini sanno tutto di pistole e modi di morire”).
Stampa locale pilotata. Saviano conclude con un’accusa forte – documentata anche attraverso alcune diapositive – a certa stampa locale che fa un’informazione deformata e connivente con la criminalità: “L’unica paura che hanno i camorristi è quella della parola. Non vogliono che la gente sappia troppo di loro. Preferiscono passare per criminali da strapazzo, piuttosto che da imprenditori affiliati al crimine”.
Manuel Massimo