Ricercatori pugliesi contro il Ddl Gelmini

In riferimento alle dichiarazioni del 22 settembre u.s. in conferenza stampa congiunta dei Ministri Tremonti e Gelmini, il CRUP (Coordinamento dei Ricercatori delle Università Pugliesi) ritiene inaccettabile l’accusa di scarsa responsabilità rivolta ai ricercatori in agitazione che rifiutano di diventare, assieme ai precari, le vittime sacrificali di un disegno di legge contraddittorio e potenzialmente lesivo del diritto allo studio, e respinge ogni baratto tra la accettazione ad occhi chiusi di una pseudo-riforma e la promessa generica di restituire all’Università parte delle risorse essenziali, sottrattele dal 2008 in poi.

In riferimento alle dichiarazioni del 22 settembre u.s. in conferenza stampa congiunta dei Ministri Tremonti e Gelmini, il CRUP (Coordinamento dei Ricercatori delle Università Pugliesi) ritiene inaccettabile l’accusa di scarsa responsabilità rivolta ai ricercatori in agitazione che rifiutano di diventare, assieme ai precari, le vittime sacrificali di un disegno di legge contraddittorio e potenzialmente lesivo del diritto allo studio, e respinge ogni baratto tra la accettazione ad occhi chiusi di una pseudo-riforma e la promessa generica di restituire all’Università parte delle risorse essenziali, sottrattele dal 2008 in poi.
Per la stessa ragione il CRUP valuta molto negativamente la richiesta, formulata da CRUI e Confindustria in udienza alla Commissione Cultura della Camera il 23 settembre u.s., di non introdurre modifiche al ddl 1905 al fine di accelerarne l’iter parlamentare, mentre sarebbe invece doveroso tentare in questa fase di ottenere sostanziali correzioni.
Allo stato attuale il ddl 1905, nucleo della presunta “riforma”, risulta contraddittorio, oscuro, di difficile applicazione, e appare lesivo del diritto allo studio e della autonomia della cultura e della ricerca ai sensi degli art. 9, 33, 34 della Costituzione. Il CRUP sostiene fermamente l’esigenza di una riforma dell’Università, e di una razionalizzazione dell’uso delle risorse, ma chiede profonde modifiche ad un disegno di legge che rischia di estendere i meccanismi clientelari che si dice di
voler combattere.
Inserendosi, oltretutto, in un quadro di tagli indiscriminati alla scuola e all’Università, che comportano il probabile collasso della maggior parte delle università statali nel 2011, esso può essere considerato parte di un processo di ridefinizione delle gerarchie nazionali nella produzione e nell’accesso alla conoscenza in cui stanno già prevalendo criteri territoriali e censitari che penalizzano particolarmente i cittadini residenti nel Mezzogiorno.
Il CRUP prende atto con interesse del progetto di Federazione delle Università di Puglia, Basilicata e Molise che potrebbe costituire un importante argine alla crisi finanziaria e una leva per il rilancio degli atenei e del sistema della ricerca, ma ritiene che il protocollo di intesa non fornisca ancora elementi sufficienti ad una valutazione degli obiettivi perseguiti.
Assicurare il futuro della ricerca e l’autonomia della cultura in un contesto fragile, nel quale la ricerca costituisce una chiave, indispensabile al rilancio dello sviluppo e alla tenuta dell’occupazione, richiede un pieno convolgimento degli attori coinvolti, inclusi i ricercatori e i precari, e quindi che si apra un processo
di approfondimento che coinvolga tutte le componenti degli Atenei secondo procedure trasparenti e pubbliche. Il CRUP auspica al riguardo la convocazione di Conferenze di ateneo che preparino una conferenza inter-regionale.
Il CRUP chiede pertanto ai Rettori delle Università pugliesi:
– di opporsi pubblicamente con la massima fermezza al disegno di affossare le Università
statali, e quelle meridionali in particolare, reclamando lo sblocco del turn-over, la
restituzione degli scatti di anzianità e la restituzione delle risorse del FFO decurtate dalla l.
133/2008;
– di condannare l’approvazione del ddl 1905 fino a quando non saranno corrette le sue
numerose contraddizioni in tema di governance e di rapporto tra didattica e ricerca, di
rispetto dell’ autonomia e di riconoscimento della dignità dei ricercatori e del corpo docente
e di riduzione del precariato intellettuale;
– a tal fine di rassegnare collettivamente le dimissioni dalla CRUI per palese incompatibilità
tra la tutela della funzione pubblica delle nostre Università e la politica sostenuta dalla
CRUI;
– di indire conferenze di Ateneo per il progetto di federazione nonché incontri con le forze
politiche, gli studenti e le loro famiglie per spiegare le ragioni dell’agitazione in corso.

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