Ricerca, Bernini: “Pnrr è doping, dopo 2026 strapiombo. Dobbiamo prepararci già adesso”

Il ministro: “Serve mentalità open e managerialità per superare prossime sfide”

I finanziamenti alla ricerca scientifica devono basarsi non sulla quantità ma sulla qualità: lo afferma la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini , intervenuta a Roma al convegno sulla ricerca pubblica in Italia organizzato dall’ Accademia Nazionale dei Lincei . “Dobbiamo cominciare a scegliere tra quantità e qualità, utilizzando criteri di valutazione chiari, certi e trasparenti: non possiamo dare poco a tutti. Dalla ricerca dipende la nostra salute, la nostra sicurezza, la nostra capacità di andare avanti – dice Bernini – è quindi al servizio della comunità e dobbiamo fare in modo che la consapevolezza di questo punto diventi parte integrante della ricerca stessa”.

Bernini: “Programmazione manageriale serve a prepararci per prossime sfide”

La ministra sottolinea la criticità del cosiddetto ‘scalino’ del 2026 quando si esauriranno i fondi del Pnrr . “Un tema molto sfidante riguarda i destini della parte straordinaria del finanziamento alla ricerca, cioè il Pnrr”, commenta Bernini. “È evidente che dopo il 2026 non ci sarà uno scalino ma uno strapiombo. Il nostro vantaggio è saperlo in anticipo e questo ci consente di prepararci. In primo luogo, grazie alla programmazione. Ma nulla potrà sopravvivere al 2026 se la soluzione non sarà multifattoriale, comprendendo università, enti di ricerca e imprese. Bisogna imparare a guardarsi con occhi diversi – aggiunge la Ministra – non è più possibile lavorare per compartimenti stagni”.

Bernini parla anche dei passi avanti necessari per superare i problemi ancora presenti nel mondo della ricerca pubblica. “Un elemento riguarda l’intempestività dell’allocazione dei fondi rispetto all’assegnazione dei progetti, un problema che rischia di far franare tutto. Abbiamo già eliminato uno step procedurale – prosegue Bernini – quindi benino ma non benissimo. Stiamo anche cercando di agire sulla dispersione della ricerca: l’obiettivo è creare una banca dati e un portale aperto che rendano conoscibili i dati e uniformino tutta l’offerta della ricerca nazionale, europea e internazionale”.

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