Regione Lazio, 16 borse per la pace

1576-200x200.jpgIsraeliani e palestinesi, due popoli perennemente in lotta, salvo poi riscoprirsi del tutto identici una volta abbandonata la loro terra. L’iniziativa promossa dalla Regione Lazio fa anche di questi piccoli miracoli. Proprio oggi sono stati firmati dal presidente Piero Marrazzo, dall’assessore all’Istruzione Silvia Costa e dai rettori delle università di Roma i protocolli d’intesa per 16 borse di studio e corsi di lingua italiana per gli studenti mediorientali. All’iniziativa ha preso parte anche Stefania Giannini, rettore dell’Università per gli stranieri di Perugia.
“Esprimo grande soddisfazione – è stato l’immediato commento di Renato Guarini, rettore della Sapienza – Il ruolo che ricopro mi porta ad avere una certa pratica in fatto di intese e protocolli vari, ma questa volta è diverso, e qua sta il fatto positivo. Solitamente gli accordi ci mettono un po’ di tempo a concretizzarsi, in questo caso posso dire che l’operatività è immediata”.
“Questa è la dimostrazione di come gli atenei siano stati capaci di fare sistema”. E’ stato l’intervento di Guido Fabiani, rettore di Roma Tre.
Il progetto nasce per il tramite di Laziodisu, ed è teso a favorire lo scambio interculturale tra Italia, Israele e Palestina, nonché a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla costruzione degli strumenti di pace. Coincidenza vuole che sia lanciato proprio alla vigilia del Forum internazionale sul diritto allo studio previsto per domani a Perugia.
“Nei limiti delle finanze – ha spiegato l’assessore Silvia Costa – la Regione è riuscita comunque, a portare avanti i suoi intendimenti, quelli cioè, di dare impulso alla promozione delle eccellenze accademiche, tenuto conto che ci sono già state iniziative in questo senso e che l’Ente ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’accoglienza degli studenti stranieri sul suo territorio, comunitari e non”.
L’apprendimento della lingua italiana non avverrà solo nel nostro Paese. E’ previsto, grazie ad un secondo protocollo, un Centro linguistico e formativo a Betlemme. A questo si aggiungano i master e i corsi universitari e di specializzazione che presto verranno messi a punto in Terra Santa.
Padre Ibrahim Faltas, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II e parroco di Gerusalemme, ricorda: “E’ bello che si possa parlare di scambi, dialogo, pace e istruzione mentre c’è chi dice di voler eliminare Israele dalle cartine geografiche”.

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