Un’inchiesta del Fatto Quotidiano a firma Laura Margottini svela la continua modifica delle pagelle a cui il Miur fa riferimento per ripartire 2 miliardi alle università. Il documento “incriminato” è il rapporto sulla valutazione della qualità e della ricerca (Vqr), per il periodo 2011-2014, pubblicato il 21 febbraio dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Università e della Ricerca (Anvur) e che, secondo i giornalisti di Via Valadier, ha subito manipolazioni fino al 5 maggio. E senza traccia degli errata corrige, né di una spiegazione su come tali modifiche possano incidere sulla ripartizione dei fondi.
I due miliardi del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) per l’università sono così divisi: 930 milioni di quota premiale più un’ulteriore porzione di 271 milioni, spalmati in 5 anni a partire dal 2018, per quei dipartimenti risultati eccellenti per la Vqr. Il direttore dell’Anvur Sandro Mogliano conferma al Fatto Quotidiano l’avvenuta modifica, spiegando che “i file modificati sono più di cento: quasi tutti i rapporti finali di ogni ateneo, 4 rapporti di area scientifica e il file di terza missione – ma assicura – Sono stati corretti solo refusi e dei numeri errati in fase di redazione del rapporto, non dei dati comunicati al Miur il 16 dicembre 2016″. Ma non essendoci gli originali (se non quelli posseduti dal Miur e non resi pubblici) manca la possibilità di verificare tali affermazioni. In barba alla tanto decantata trasparenza.
I giornalisti del Fatto trovano un riscontro; un professore, Alberto Baccini, ordinario di economia politica all’Università di Siena a cui è stato modificato il voto dopo il 21 febbraio e che cambia anche il giudizio sul dipartimento a cui afferisce. La modifica, scrive la giornalista, dovrebbe riflettersi nelle percentuali presenti nelle tabelle di area corrispondente. E che servono per stilare la classifica dei dipartimenti eccellenti che concorrono all’assegnazione dei 1,35 miliardi ripartiti su 5 anni. Delle due l’una quindi. Inoltre le 4.000 pagine del Vqr determinano anche la possibilità di avviare scuole di dottorato proprio sulla base dei voti dei ricercatori che andranno a fare parte dei collegi docenti della scuola.
Le differenze con l’estero non mancano mai. La valutazione della qualità della ricerca britannica, il Ref, a cui quella italiana di ispira, prevede un processo di controllo dei risultati precedente alla pubblicazione. Inoltre, tale rapporto una volta chiuso e inviato agli enti governativi non può più essere modificato, proprio per garantire l’affidabilità delle informazioni.
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