Un’inchiesta della guardia di finanza di Padova ha portato alla luce una maxi frode per 45 milioni di euro, realizzata tramite l’emissione di false fatture per far ottenere ad aziende indebiti crediti d’imposta. Gli indagati sono oltre 200. La frode riguarda il settore della ricerca scientifica. E’ stata individuata un’associazione per delinquere finalizzata alla illecita fruizione di agevolazioni fiscali riconosciute dallo Stato.
Gli inquirenti hanno indagato sull’utilizzo delle agevolazioni fiscali che consentivano un credito d’imposta (originariamente nella misura del 90%, poi ridotta al 50% a partire dal 2015) a favore delle società che avessero sostenuto costi o finanziato progetti di ricerca nelle università, ovvero in enti pubblici di ricerca.
Falsa ricerca – La norma considera “soggetti finanziabili” anche i cosiddetti “organismi di ricerca”, cioè soggetti che svolgono, senza scopo di lucro, attività di ricerca di base, industriale o di sviluppo sperimentale, diffondendone i risultati mediante l’insegnamento, la pubblicazione o il trasferimento di tecnologie. E proprio un “organismo di ricerca” operante in provincia di Padova sarebbe stato la “fabbrica” delle false fatture per operazioni inesistenti, sulle quali si basano i fittizi crediti d’imposta.
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