La laurea triennale in Studi Islamici dell’Istituto Orientale di Napoli potrebbe essere presto accorpata alla facoltà di Lettere e Filosofia dello stesso ateneo. Un’ipotesi, questa, paventata durante l’ultima seduta del Senato Accademico, e fortemente contrastata da Agostino Cilardo, preside della facoltà di studi arabo-islamici e del Mediterraneo dell’Orientale. Per Cilardo «la tradizione plurisecolare degli studi mediorientali dell’Orientale è un vanto dell’intero Paese» e rappresenta «un patrimonio unico che non va sminuito».
Secondo l’islamista le decisioni adottate produrrebbero «un completo annichilimento del corso di laurea, ma soprattutto dell’orientalistica e dell’africanistica tout court, come dell’arabistica e dell’islamistica». «Ambiti questi in cui – ha aggiunto il preside – la necessità di approfondimento culturale si fa ancora più forte, considerando le ultime vicende del mondo mediorientale. Sorprende che un tale ateneo decida di mettere ai margini la componente orientalistica, che da sempre lo caratterizza».
Ferma la risposta del rettore dell’Orientale, Lida Viganoni, che, facendo appello ai vincoli e ai requisiti minimi richiesti dai decreti ministeriali, ha spiegato: «La facoltà di studi Arabo-Islamici si trova in grande difficoltà nel conservare l’offerta didattica. La scelta di accorpare il corso di studi islamici con Lettere non si ripercuoterà sul contenuto e sulla sostanza dei corsi». La professoressa Viganoni ha quindi assicurato che «l’ateneo è saldamente ancorato alle sue radici».
Manuel Massimo