“Tra qualche anno il Ministero dei Beni culturali potrebbe chiudere” – E’ la provocazione lanciata da Salvatore Settis, archeologo ed ex presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, che ha risposto alle parole del ministro Dario Franceschini. “Il Ministero chiuderà non per una decisione politica, ma perché i suoi dipendenti hanno una media record di 57 anni”.
In effetti il ministro Franceschini aveva auspicato l’introduzione di manager nelle sovrintendenze: “Accorperemo soprintendenze e avvieremo una gestione manageriale dei poli museali. Sono le due direttrici di marcia che Matteo Renzi vuole percorrere per risparmiare risorse nei Beni culturali. E anche per incrementare le possibili entrate” – aveva detto qualche giorno fa in un’intervista a Repubblica.
La sua idea, insomma, è quella di accorpare le soprintendenze o per materie affini, istituendo così un’unica struttura di tutela per i beni archeologici di una regione laddove ce ne sono più di una. Oppure istituendo, dove possibile, soprintendenze miste, comprensive di archeologia, paesaggio, beni storico-artistici e architettura. In effetti il ministero dei Beni Culturali ha visto tagli del 30 % delle risorse solo dal 2008 ad oggi, con il personale che è passato da 25mila dipendenti del 1997 ai 19mila attuali. La provocazione di Settis, non sembra, insomma, fuori luogo: “La vera urgenze è assumere giovani esperti, non manager”.
La soluzione per mettere tutti d’accordo ci sarebbe, giovani manager dei beni culturali, formatisi nelle migliori università italiane ai quali non è stato ancora dato il giusto riconoscimento!