Il professor Domenico Carputo: "le tre A che definiscono l'agraria sono Agricoltura, Alimenti e Ambiente"

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato il prof. Domenico Carputo, Professore Ordinario – Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Scienze Agrarie.

Secondo lei quali sono le conoscenze e capacità di entrata necessarie per lo studio dei corsi del Dipartimento di Agraria?

E’ un Dipartimento di studi scientifici, pertanto le conoscenze delle materie di base quali la matematica e la fisica aiutano l’inizio del percorso universitario di un neoiscritto. Siamo tuttavia consapevoli del fatto che a volte nelle scuole superiori queste materie non vengano studiate molto bene; per questo motivo nel nostro Dipartimento abbiamo attivato i pre-corsi di matematica, fisica e chimica, che si tengono a settembre prima dell’inizio dei corsi veri e propri. Questi pre-corsi consentono a chi è un po’ indietro con le conoscenze di queste materie di base di allinearsi agli altri studenti. C’è da dire poi che i programmi di queste materie iniziano dalle conoscenze di base, quindi lo studente volenteroso non deve avere nessuna paura. Per quanto riguarda le capacità di entrata non ne vedo di particolari per Agraria, ci vuole sicuramente un buon metodo di studio e molto senso di responsabilità (es. seguire le lezioni, partecipare alle attività pratiche; studiare di volta in volta); con questi strumenti si può portare avanti con successo qualsiasi percorso universitario.

Ci può descrivere in breve il suo percorso professionale? Quanto è stata importante la sua specializzazione negli Usa?

Dopo il liceo scientifico mi sono iscritto ad Agraria a Portici, dove mi sono laureato e ho anche conseguito il Dottorato di ricerca. Dopo una serie di borse di studio post-doc sono diventato ricercatore del CNR. Successivamente ho vinto un concorso come ricercatore universitario prima e professore associato poi. Dal 2012 sono professore ordinario. Durante questo percorso professionale ho trascorso un lungo periodo negli Usa, presso l’Università del Wisconsin a Madison. L’esperienza all’estero è stata una delle più fondamentali per la mia crescita professionale; mi ha consentito di conoscere persone con cui ho stretto importanti rapporti  professionali e di amicizia e soprattutto mi ha dato quell’apertura mentale che ha rappresentato un motore importantissimo della mia vita accademica e di quella privata. 

Già dagli anni adolescenziali aveva deciso che si sarebbe iscritto a Scienze Agrarie?

No, avevo sicuramente in mente di iscrivermi a un percorso di studi che avesse come centralità l’ambiente e l’uomo; tra le possibilità avevo in mente Agraria. La decisione però l’ho presa dopo essermi diplomato e avere visitato il Campus di Agraria di Portici, è stata questa la scintilla che mi ha fatto prendere la decisione.

Quali sono le frontiere di ricerca e di sviluppo delle Scienze Agrarie?

Quello delle Scienze Agrarie è un percorso multidisciplinare per eccellenza e questo a mio parere rappresenta uno degli aspetti più interessanti dei percorsi di studio possibili ad Agraria. Basti pensare a quelle che io definisco le 3 parole chiave di cui si occupa l’Agraria: agricoltura, alimenti e ambiente. Se facciamo riferimento al complesso delle grandi sfide che attendono l’umanità da qui a pochissimi anni (es. incremento della popolazione mondiale di ben 2 miliardi da qui a 30 anni, necessità di un uso sostenibile delle risorse e di sviluppare nuovi prodotti e processi nell’agroalimentare, promozione dell’economia circolare etc) è facile a mio parere capire come le Scienze Agrarie (e i laureati in Agraria) avranno un ruolo di primo piano  in tutte le attività di ricerca e sviluppo intraprese per affrontare queste sfide.

Ci può spiegare di che cosa si occupa la genetica agraria?

Insegno genetica agraria agli studenti del I anno del corso di studi in Scienze agrarie, forestali e ambientali e cerco sempre di trasmettere loro la mia passione per la genetica, passione nata proprio seguendo il corso quando ero studente ad Agraria. In parole semplici la genetica ci spiega quali sono le basi molecolari di tutta la variabilità che vediamo intorno a noi (sia tra specie diverse ma anche nella stessa specie) e anche come sono trasferiti da una generazione all’altra i geni, quindi i tratti di DNA, che controllano tale variabilità. La cosa importante che cerco di far capire agli studenti è che, conoscendo questi aspetti, è poi possibile trovare una loro applicazione pratica nel settore agrario per avere piante e animali che meglio rispondono alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente (es. piante che tollerano la siccità o che hanno un contenuto elevato di antiossidanti, o piante che assorbono efficientemente i metalli pesanti inquinanti).

Quali sono le principali figure professionali che fuoriescono dai corsi di laurea del Dipartimento di Agraria?

Proprio quella multidisciplinarità che ho citato prima fa sì che i laureati in Agraria possano trovare impiego in moltissimi ambiti lavorativi, che vanno dalla libera professione di Agronomo e tecnologo alimentare alla responsabilità nella gestione e conduzione di aziende pubbliche o private del settore della produzione primaria o della trasformazione, dal manager della ristorazione all’enologo. Questi sono solo alcuni dei tanti esempi che potrei dare. E’ indicativo che il consorzio interuniversitario Almalaurea, che monitora la carriera degli studenti e la loro occupabilità, pone sempre i laureati in Agraria tra i primi ad entrare nel mondo del lavoro dopo la laurea. 

Una parola di augurio alle future matricole?

L’augurio è quello di fare una scelta consapevole; le future matricole devono conoscere bene l’offerta formativa disponibile (piani di studio dei Corsi di studio, programmi dei singoli insegnamenti, etc) in modo da scegliere un percorso formativo che piace, che appassiona e che quindi verrà fatto bene e con senso di responsabilità. Senso di responsabilità vuol dire seguire i corsi attivamente, partecipare alle attività pratiche, studiare volta per volta.

Amanda Coccetti

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