Exeter University’s Safer Sex Ball accusato di razzismo

Un gruppo di studenti polemizza con la scelta del tema dell’edizione 2012 dell’evento organizzato di beneficienza a favore della prevenzione e della conoscenza dei rischi dell’Aids.

L’annuale ballo di beneficienza dell’Università di Exeter è un appuntamento importante, grazie alle ingenti somme raccolte dalla Raising and Giving Society dell’ateneo del Devonshire (quasi 150mila sterline nel 2011).

Quest’anno l’evento fa parlare di sé per un altro motivo: il tema per l’edizione 2012 dell’Exeter University’s safer sex ball (SSB), uno dei maggiori eventi di sensibilizzazione sull’Aids giunto ormai al 21esimo anno, è la “tribalità”.

Un’idea che non è piaciuta alla maggior parte degli studenti che hanno individuato subito quelle che secondo loro sono le potenzialità razziste del tema.

«Considerando l’eredità del colonialismo britannico, la scelta di questo tema incoraggia gli studenti bianchi inglesi ad assumere stereotipi razzisti sulla base di ciò che per loro significa “tribale”, stereotipi che inevitabilmente sono contro quegli studenti che non sono bianchi – spiega il gruppo Exeter Students for Social Justice – Nel presentare il tema, la RAG ricorda ai suoi studenti di essere “sensibili verso le culture differenti” ma più avanti chiama “La regina della giungla” una nota celebrità di colore. Frasi come queste ignorano e amplificano le violenze di stampo razzista che alcuni studenti hanno subito nel campus».

Matt McDonald, editor di uno dei giornali universitari di Exeter, ha scritto che la scelta di fare un ballo a tema “tribale” «non è un invito a vestirsi in maniera offensiva» mentre Alan Hooker, uno studente di teologia, difende la campagna contro il ballo: «Non credo che lo scopo della campagna sia di etichettare tutti come razzisti. È il tema ad essere razzista, perché il termine “tribale” rimanda all’inferiorità, ed è una discussione senza senso».

Il ballo, previsto per il 10 dicembre, promuovere la campagna di prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili e raccoglie fondi per numerosi enti, tra cui l’Eddystone Trust.

Chiara Cecchini

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