Elena Cattaneo: date alla ricerca i 430 milioni dell'Iit di Genova

Elena Cattaneo ricercatrice e senatore a vita, propone di utilizzare i risparmi dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, circa 430 milioni di euro, per finanziare la ricerca di base.

Come sappiamo i soldi per la ricerca sono sempre pochi, centellinati, concessi a pochi e non sempre con criteri di trasparenza e di merito. Un vero spreco e una rinuncia al futuro del Paese. Una piaga che il “Corriere dell’Università” aveva denunciato già in uno speciale del 2008, in cui si parlava della “cattiva gestione” di importanti risorse europee(miliardi di euro), nel palazzo all’Eur del Miur.
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Il Corriere dell’Università 2008 in cui si parlava degli sprechi dei fondi europei per la Ricerca
Le classifiche europee e mondiali recitano poi da anni lo stesso copione: Italia sempre più giù, in fondo a tutti quando si parla di risorse per la ricerca e di rapporto investimenti/Pil.
Nella legge di stabilità 2017, qualcosa si è mosso: per i dipartimenti universitari più virtuosi, 300 milioni di euro in più e la promessa di ulteriori fondi per l’assunzione di ricercatori(tutto da definire); tremila euro ai ricercatori universitari da spendere per le loro attività. Certo, sempre meglio di niente, ma è davvero poco se vogliamo risalire la china.
Un’idea condivisibile per recuperare risorse già nelle disponibilità dello Stato attraverso il Miur, l’ha avuta la senatrice Elena Cattaneo che durante il question time a Palazzo Madama, ha chiesto alla ministra Stefania Giannini di finanziare la ricerca libera con i soldi accantonati dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova, su un conto infruttifero della Banca d’Italia. Ben 430 milioni di euro.
“Date alla ricerca italiana i 430 milioni dell’Iit. La scienza ha bisogno di un finanziamento più corposo di quello destinatole dalla legge di bilancio, e quei soldi il Miur può renderli disponibili subito”. Questo il monito della Cattaneo, che in quanto a ricerca se ne intende. Farmacologa, biologa e divulgatrice scientifica, oltre che ricercatrice(cellule staminali), è stata nominata senatore a vita nel 2013, proprio per meriti di studio e di ricerca; terza donna a ricevere tale carica dopo Camilla Ravera e Rita Levi Montalcini.
“Non mi risulta che i soldi ci siano al di fuori di affermazioni della stampa e in ogni caso non è il Miur che può disporne” ha però risposto Giannini.
“L’Iit fa capo al Miur — ha replicato la senatrice Cattaneo — e in ogni caso i fondi destinati all’Istituto rientrano negli stanziamenti per la ricerca di base applicata. È un tesoretto che non viene soltanto dal risparmio iniziale, ma aumenta di anno in anno. Dal 2006 in poi l’accumulo è costante e non è mai terminato”.
Secondo l’Iit “sono risparmi dovuti a una gestione accorta e documentata dal bilancio pubblico, finanziamenti ricevuti ma non ancora spesi. In ogni caso, non soldi dell’Iit, ma fondi di cui dispongono il ministero delle Finanze e il Miur”.
Lei sarebbe o no favorevole al loro utilizzo per finanziare la ricerca libera? ha chiesto “Repubblica” a Roberto Cingolani direttore dell’Istituto genovese: “Sono risparmi che derivano da una buona gestione e non vanno sprecati, è normale che vadano investiti in ricerca, ma è lo Stato che decide, non sono io a stabilire se destinarli al di fuori dell’Istituto”.
“L’affermazione della ministra che i 430 milioni siano presunzioni di stampa è disarmante” rincara la Cattaneo. “Giannini ha poi insistito che ci saranno “premi” per alcune idee. Ma le idee di successo hanno bisogno di anni per essere sviluppate e non si può lasciarle abbandonate al caso, in attesa di sapere se ci saranno o no i bandi sui quali confrontarsi. L’incertezza è devastante per le idee, che non tollerano l’intermittenza. Per questo c’è bisogno di fondi strutturali fissi per alcuni anni: i 430 milioni dell’Iit potrebbero dare un po’ di sicurezza alla ricerca libera per il prossimo quinquennio”.
Mariano Berriola

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10 comments
  1. La crescita di un Paese sta nella ricerca e nello sviluppo se davvero ci sono questi fondi è bene che non restino accantonati e che vadano a chi è bloccato nel suo lavoro

  2. Abbiamo scienziati che il mondo ci invidia. Il governo invece di prendere atto dei suggerimenti svicola dimostrando incompetenza e interessi equivoci. Onore alla Cattaneo.

  3. Penso sia doveroso, in nome sia del buon senso che degli aspetti etici/sociali della distribuzione delle scarse risorse per la ricerca, che 430 milioni di euro non possano stare chiusi in una cassapanca mentre altri Enti come il CNR, che rimane pur sempre la maggior Agenzia di ricerca italiana, lottano per sopravvivere.
    Questi soldi non sono un indice di buona amministrazione. So o semplicemente indice che l’IIT è stato per anni finanziato al di sopra delle sue possibilità di esecuzione di programmi di ricerca, tanto che enanche è riuscito ad utilizzarli.
    Che vadano in perenzione, che cioè il Governo recuperi questi soldi e li utilizzi subito, come richiede la logica e la buona amministrazione.
    Poi ci sarebbe da dire tante altre cose, ma per carità di patria lasciamo perdere.
    Paolo Vezzoni
    Responsabile UOS/IRGB/CNR di Milano

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