Mentre in queste ore è scattato in Germania un piano drastico contro il coronavirus, che in pratica mette il Paese in standby per settimane, la Welt am Sonntag ha sparato ieri la notizia bomba di una lite fra Germania e gli Stati Uniti per assicurarsi un vaccino. Grande il clamore scatenato dall’articolo del domenicale, e grande irritazione fra i due paesi. L’amministrazione Trump vorrebbe accaparrarsi il vaccino contro il Covid-19 a cui sta lavorando la società di biotecnologia CureVac di Tubinga.
Donald Trump vorrebbe persuadere con una montagna di denaro gli scienziati tedeschi ad andare in America, o in alternativa a concedere l’esclusiva del farmaco ai soli Stati Uniti: «Trump sta facendo di tutto per ottenere un vaccino per gli Usa ma, appunto, solo per gli Usa», scrive il giornale citando anche una dichiarazione del ministero della sanità: «il governo federale è in stretto contatto con la Curevac» ed «è molto interessato a che un vaccino contro il coronavirus venga sviluppato in Germania e in Europa». Fonti governative hanno confermato ieri al Messaggero l’interesse del governo tedesco e degli Stati Uniti alla CureVac ma hanno smentito l’esistenza di una disputa al riguardo. Tutti hanno interesse a un vaccino, la CureVac non è la sola società contattata, sono almeno 30 le altre contattate nel mondo, è legittimo parlare con la società, «anche noi parliamo con tutti quelli al mondo impegnati nello sviluppo di un vaccino». Le stesse fonti hanno detto di dubitare peraltro che il vaccino possa essere pronto prima della fine dell’anno se non nel 2021.
Nel sito della CureVac il presidente del consiglio di sorveglianza, Daniel Menichella, si dice fiducioso di arrivare in pochi mesi a un vaccino sperimentale e precisa di essersi incontrato ai primi di marzo alla Casa Bianca col presidente Trump, il vice Mike Pence, membri della task-force sul coronavirus e rappresentati dell’industria farmaceutica per discutere della possibilità di un vaccino. Il cofondatore di CureVac, Florian von der Mülbe, spera di arrivare per giugno o luglio a un vaccino sperimentale. Per le ricerche sono state testate molte sostanze e ora verranno scelte le due migliori con cui cominciare i test clinici, ha precisato. Ma l’ad del maggiore investitore, dievini Hopp BioTeck Holding, Christo Hettich, è intervenuto escludendo vendite in esclusiva: «vogliamo sviluppare un vaccino per tutto il mondo e non per singoli stati», ha sottolineato. Nella disputa si sono fatti sentire diversi esponenti politici, inclusi il ministro dell’economia, Peter Altmeier, e degli esteri, Heiko Maas. Quest’ultimo, in un’intervista a un giornale oggi (lunedì) ha criticato il presunto tentativo di accaparramento dell’amministrazione Usa: gli scienziati tedeschi sono all’avanguardia nello sviluppo di medicinali e vaccini in cooperazione con tutto il mondo, «non possiamo permettere che altri si approprino in esclusiva delle loro ricerche». In dichiarazioni ieri sera alla tv, Altmeier ha lodato il rifiuto della CureVac delle avances Usa: «grandiosa posizione, la Germania non è in vendita», ha detto sottolineando che «il governo ha un altissimo interesse a produrre un vaccino per la Germania e l’Europa».
Berlino stanzia molti fondi alla ricerca, molto costosa, di vaccini. Di recente ha approvato 140 milioni di euro per la Cepi, l’iniziativa internazionale per i vaccini, che ha incaricato sei aziende, fra cui la CuraVac, per lo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus. Nel 2015 e 2018 la CureVac aveva ricevuto fondi anche dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates per sviluppare farmaci contro la malaria e l’influenza. «Lo sviluppo di un vaccino e di medicinali contro il Covid-19 ha la massima priorità per il governo», ha detto ieri un portavoce del ministero della ricerca. Ad ogni modo il governo tedesco, in caso di interessi di sicurezza nazionali o europei, avrebbe piena facoltà di stoppare qualsiasi ingerenza esterna attraverso proprio il titolare dell’economia Altmeier, vicinissimo alla cancelliera Angela Merkel. Secondo quanto riferisce oggi la Dpa, un alto rappresentante del governo Usa ha detto di non poter confermare la notizia della Welt am Sonntag, mentre l’ambasciatore americano a Berlino, Richard Grenell, un uomo di Trump, l’ha smentita oggi su twitter come infondata. La notizia del domenicale era stata accolta ieri da un coro di critiche in Germania, soprattutto da parte di deputati Spd. Critiche di questo tenore: si tratta qui di una questione etica non economica o nazionale, riguarda il mondo non America first, bisogna cambiare rotta, basta dipendere da Usa e Cina per i farmaci, no all’esclusiva del vaccino, il capitalismo ha dei limiti.