Aquila, all’università studentesse e studenti si tagliano i capelli in solidarietà con le donne iraniane

L’iniziativa era avvenuta qualche giorno prima in Statale di Milano dopo le proteste in tutto il mondo.

Gli studenti si tagliano i capelli in solidarietà di Mahsa Amini e dei colleghi iraniani che stanno protestando anche all’università contro il governo. Masha è morta il 16 settembre scorso, a Teheran, a 22 anni. In molte città del mondo è scoppiata la protesta per tenere alta l’attenzione su quanto accaduto e sui diritti delle donne. Quella ciocca di capelli che Mahsa aveva lasciato intravedere dal velo e che le è costato prima l’arresto da parte della polizia morale iraniana, poi la vita.

L’iniziativa delle studentesse e studenti dell’Università dell’Aquila è stata promossa dalla professoressa Giusi Pitari durante la lezione di Biochimica del MESVA. La docente si è tagliata per prima una ciocca di capelli.

Qualche giorno fa la protesta aveva preso piede a Milano dove milanesi e le turiste hanno lasciato una loro ciocca in un contenitore sistemato alla Triennale di Milano, per dimostrare solidarietà alle donne iraniane e contro la repressione violenta delle successive proteste (che hanno provocato la morte di Hadis Najafi, ventenne diventata simbolo del dissenso).

“Un atto che si ispira a quello coraggiosamente compiuto dalle donne iraniane nelle piazze delle principali città”, spiegano dalla Triennale. “Le ciocche raccolte e legate con un filo di corda verranno poi consegnate al consolato generale della Repubblica Islamica dell’Iran in segno di protesta” contro «gli omicidi e le inaccettabili violenze”, e per sostenere chi sta rischiando la vita “per difendere il diritto inalienabile alla libertà individuale”. L’iniziativa era nata dalle richieste di alcuni membri della comunità iraniana milanese, che vogliono dare il proprio contributo alla protesta, scaturita per “ripristinare un grado minimo di libertà e di civiltà”.

Intanto, in Iran, da due settimane proseguono le proteste in strada, ferocemente represse dalla polizia, e il numero dei morti continua ad aumentare (sarebbero almeno 76). Sono state arrestate centinaia di persone, tra cui una ventina di giornalisti. È finita in carcere anche l’attivista Faezeh Hashemi, figlia dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, un leader della rivoluzione islamica del 1979, tra i più fedeli collaboratori di Khomeini.

Leggi anche:

Total
1
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Mette una nota a una studentessa per il troppo ritardo: docente picchiato in classe per vendetta

Next Article

Crea sito e app in classe per collegare cittadini e istituzioni: prof di Pomigliano d'Arco vince il premio di docente dell'anno

Related Posts