Aiutiamo le famiglie perché la scuola non è un parcheggio

In Paesi più civili del nostro il compito di intrattenere i figli minori dei dipendenti per tutto il tempo di lavoro degli stessi non ricade sulla scuola

Per la maggioranza delle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e hanno figli che non possono restare incustoditi l’ideale sarebbe che la scuola durasse tutto l’anno, salvo il periodo delle vacanze estive, in modo che così almeno per la metà della giornata sarebbe risolto il problema di dove lasciare i propri figli. Un problema – divenuto cruciale in queste settimane di forzata chiusura delle scuole a causa dell’epidemia di Covit-19 – che peraltro, come si sa, finisce per ricadere quasi sempre sulle spalle delle donne costrette, se lavorano, a fare faticose acrobazie tra l’orario del lavoro stesso e la custodia dei figli, ovvero a rinunciare al lavoro mortificando quindi le proprie capacità e i propri progetti di vita.

In realtà avanzare l’esigenza di cui sto dicendo – esigenza, ripeto, sacrosanta – chiedendo però alla scuola di soddisfarla è uno dei tanti esempi dell’abitudine tutta italiana di scaricare indebitamente i costi del settore privato sul pubblico. Il compito della scuola, infatti, non è quello di servire da luogo di parcheggio per i minori, è un altro; e il tempo della scuola non può e non deve essere pensato in funzione di un’esigenza del genere, pena uno stravolgimento del senso dell’istituzione stessa.

In Paesi più civili del nostro il compito di intrattenere i figli minori dei dipendenti per tutto il tempo di lavoro degli stessi non ricade sulla scuola. Ricade su chi impiega quei lavoratori. È giusto infatti che siano le aziende private che, così come provvedono a istituire una mensa per i propri addetti, allo stesso modo si attrezzino per far fronte a una diversa ma egualmente vitale necessità che riguarda chi in esse presta la propria opera. Dovrebbe essere un fatto ovvio, in una visione non ottocentesca dei rapporti di lavoro, così come dovrebbe essere ovvio un impegno a fondo dei sindacati su questo tema: che invece mi sembra sia mancato. Forse perché riguarda in prevalenza le donne?

corriere

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