Abel ha 12 anni ma non è un ragazzino: il robot intelligente che sa interagire con tutti

All’Università di Pisa il progetto di un androide che impressiona per movimenti, particolari del volto e la capacità di capire gli stati d’animo di chi gli sta davanti

All’Università di Pisa il progetto di un androide che impressiona per movimenti, particolari del volto e la capacità di capire gli stati d’animo di chi gli sta davanti

L’intelligenza artificiale gli permette di interagire con chi gli sta davanti. Le parole dunque, ma anche la pelle e gli occhi lo rendono davvero simile a un ragazzino di 12 anni

IL PROGETTO

Il suo nome è Abel, ed un robot progettato e costruito dai ricercatori del Centro di Ricerca «Enrico Piaggio» dell’Università di Pisa, che hanno collaborato con la Biomimic di Londra, dove sono nati androidi rimasti nella memoria per il loro impiego in film di fantascienza come Star Wars. Abel è un passo avanti. Gli algoritmi gli danno intelligenza e perfino uno strato di sentimento. “Simula il movimento e il comportamento umano, è capace di percepire ciò che lo circonda” dice al Corriere, Lorenzo Cominelli, ricercatore dell’università pisana.

ROBOT UMANI

Si chiama affective computing ed è il tentativo di umanizzare il più possibile i robot. Il risultato è aver creato una macchina che somiglia davvero a un ragazzino di 12 anni, con una fluidità espressiva in grado di render davvero umano nel modo di esprimersi. Una qualità resa ancora più impressionante da come Abel sa interpretare, attraverso alcuni sensori, lo stato emozionale di chi gli sta davanti, attraverso il monitoraggio del battito cardiaco, la frequenza respiratoria o la sudorazione della pelle

L’IMPIEGO

Così l’automa cambia atteggiamento a seconda di chi ha davanti. “Stiamo per sperimentare Abel con un gruppo di adolescenti con propensione all’aggressività per studiarne le reazioni” spiega Pasquale Enzo Scilingo, ordinario di Bioingegneria all’università di Pisa e coordinatore del progetto. Un altro dei campi di impiego potrebbe essere con i pazienti affetti da Alzheimer.

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