La cultura come cibo per la mente. La mente come strumento per accrescere la cultura. La cultura come unica via per azzerare la povertà. Quello che potrebbe sembrare un passaggio logico piuttosto ardito è, in realtà, la mission dell’associazione di cooperazione allo sviluppo “Oltre –food for brains”, fondata il 31 gennaio 2006 da ex studenti del master in management delle imprese sociali, aziende non profit e cooperative della Sda Bocconi.
Una sfida ambiziosa nata, quasi per caso, a seguito del viaggio in Tanzania di uno degli studenti, Calogero Guiotta, attuale presidente Oltre. Un incontro. Poi l’idea. È bastato, infatti, lo scambio di qualche battuta con un giovane del villaggio di Isimani, nella parte centro – meridionale del Paese, a suggerirgli di creare una realtà dove cibo e cultura fossero due facce della stessa medaglia: quella dello sviluppo. Complice una poesia di Whitman: i due si ritrovano rapidamente a parlare di cultura, musica, politica, come se tutti quei chilometri di distanza non fossero mai esistiti. La cultura, non importa quale, non importa dove, era riuscita ad annullare un gap che solo il progresso avrebbe potuto colmare.
Come favorirlo, dunque? Aiutando concretamente le popolazioni autoctone. Fornendo “cibo per le menti” che, a detta di Giuliana Baldassarre, una delle fondatrici dell’associazione, “vuol dire in un certo senso fornire i mezzi per costruire il proprio futuro”. Tanti risultati raggiunti in soli due anni di attività, tra cui la creazione dell’Isimani Culture Center, primo centro di aggregazione giovanile realizzato in loco che mira a promuovere l’innalzamento del livello culturale in un’area in cui si rivela fondamentale, secondo Baldassarre, “preparare ed istruire le risorse del territorio”. Il futuro è nelle mani di chi lo vivrà.
Anna Di Russo
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