Studiare e Lavorare in Cina

L’Oriente per eccellenza

L’oriente per eccellenza, il sogno di Marco Polo e, con lui, di milioni di italiani. Una delle culture più antiche e affascinanti della terra, nonché una potenza economica e sociale tra le maggiori al mondo: ecco a voi la Cina.

Con ben 25 milioni di studenti e oltre 150 mila stranieri che ogni anno intraprendono il lungo viaggio per motivi di studio, la Repubblica Popolare Cinese è una delle mete più ambite per i giovani di tutto il mondo. Il sistema d’istruzione punta all’eccellenza: nelle classi che internazionali è facile trovare atenei cinesi nelle primissime posizioni. Proprio per questo, però, la competizione è accesa: basti pensare che, ogni anno, le università cinesi mettono a disposizione circa 5 milioni di posti, mentre le domande che ricevono si aggirano intorno ai 9 milioni.

Un’economia in fortissima espansione: il Pil cinese è stato quello con maggiore crescita fino agli ultimi anni (quasi il 10% annuo), portando la nazione asiatica ad essere il maggiore esportatore e importatore di merci al mondo. Sede di enormi gruppi societari e di aziende volte all’innovazione tecnologica e aziendale, la Cina o re ottime opportunità di formazione, sia professionale che accademica, in ambito di management, gestione internazionale e nuove tecnologie. 

Ma non solo: imparare la lingua cinese significa conoscere l’idioma più di uso al mondo e avere quindi un vastissimo mercato su cui spendere le proprie competenze. Per questo moltissimi ragazzi e ragazze scelgono di effettuare un soggiorno nel Paese orientale solo per migliorare le proprie capacità linguistiche.

Una terra ricca di opportunità, ma anche difficile da vivere date le forti tradizioni e una certa chiusura nei confronti degli stranieri, in particolar modo occidentali, la Cina può essere il banco di prova per chi ha grandi aspirazioni e non si spaventa facilmente.

Si fa presto a dire “Vado a imparare il cinese”

Andare a studiare la lingua cinese è un proposito un po’ troppo vago, questo perché nell’immenso Stato asiatico non c’è una sola lingua riconosciuta a livello nazionale: se è vero che il cinese mandarino è la lingua ufficiale (guoyu) della repubblica Popolare Cinese, è anche vero che il cantonese è la lingua più parlata dai cinesi all’estero.

Il mandarino comprende molte varianti regionali, alcune delle quali godono dello status di lingua. Tra le varianti linguistiche più diffuse: il cantonese (lingua di Hong Kong e Macao), le lingue hakka, i dialetti xiang (o hunanesi), i dialetti min, i dialetti gan e i dialetti Wu.

Per aiutare gli stranieri a pronunciare correttamente i simboli dell’alfabeto cinese, anche senza conoscerne tutti gli ideogrammi, si è ideato un apposito sistema di trascrizione fonetica chiamato pinyin.

5 Buoni motivi per partire

  1. Imparare il cinese – Con oltre un miliardo di parlanti, il cinese mandarino è la lingua più parlata al mondo
  2. Opportunità – Un colosso come la Cina o re tantissime opportunità, in diversi ambiti, per chi sa coglierle
  3. Cultura millenaria – L’impatto con una tradizione e una cultura tanto forte e antica serve ad aprire la mente e a crescere come individuo
  4. Centro del mondo – Dall’inizio degli anni 2000 sembra che il centro del mondo, almeno quello economico finanziario, si sia davvero spostato dalle parti del sud asiatico
  5. Formazione d’eccellenza – Alcune delle migliori Università al mondo, ma anche i centri di formazione dei manager del domani, si trovano qui 

                                    

Studiare in Cina

La scuola in Cina è obbligatoria (alcune stime dicono che il 99,7% della popolazione cinese ha ricevuto un’educazione almeno primaria) e si divide in tre fasi: primaria, secondaria e universitaria.

La scuola secondaria è a sua volta divisa in Junior (3 o 4 anni) e Senior (3 anni). Il curriculum della scuola secondaria senior è articolato in due parti: materie di insegnamento, alcune obbligatorie, altre facoltative e attività pratiche che si svolgono anche fuori dal contesto scolastico.

Per passare dal grado junior a quello senior, gli studenti devono svolgere un esame di ammissione. Una parte molto importante all’interno del sistema educativo cinese è svolto dall’ “istruzione dopo scuola”, vale a dire, attività scientifiche, culturali e ricreative extra curriculari, una sorta di educazione informale, promossa a livello governativo nazionale e locale.

L’educazione secondaria può essere a indirizzo generale o accademico (definita anche ‘liceo comune’, scienti co o umanistico) e a indirizzo professionale o tecnico (scuole secondarie ‘specializzate’). Gli studenti che escono dal ciclo dell’istruzione professionale e tecnica della scuola junior passano in genere alle scuole superiori professionali o tecniche che hanno una durata varia dai due ai quattro anni e formano lavoratori, contadini e personale tecnico e manageriale di livello medio.

In genere le scuole tecniche offrono corsi di quattro anni per personale tecnico di livello intermedio. Esiste anche una terza categoria di istruzione professionale: le scuole per lavoratori specializzati (tre anni), anche queste per studenti diplomati nella scuola secondaria junior.

Il terzo grado di istruzione è rappresentato dall’università, gratuita fino al 1985, mentre oggi si basa su un sistema di borse di studio altamente competitivo. L’istruzione superiore svolge un ruolo fondamentale nella crescita socio-economica e culturale del Paese. L’offerta formativa è vastissima e comprende sia titoli accademici (lauree, master, dottorati) che corsi di specializzazione non universitari (no degree education). La complessità delle istituzioni è rappresentata dai 2035 istituti di istruzione, tra cui 1090 università, 322 college indipendenti e 1215 istituti di alta formazione non universitari.

Il sistema di istruzione superiore cinese è il più vasto e uno dei più competitivi al mondo. I Paesi in cui più frequentemente avviene la migrazione “accademica” degli studenti cinesi sono: Stati Uniti, Australia e Canada. Attualmente la Cina ha stabilito programmi educativi di scambio con 41 Paesi e con l’Unione europea. Tuttavia si tratta di un sistema educativo molto competitivo che mette a dura prova gli studenti. Anche per questo il turismo “accademico” nei Paesi occidentali, qualora sia possibile, è frequente. In particolare, i test di selezione per l’Università presentano un elevato grado di difficoltà che richiede una preparazione intensiva.

Come funziona l’università?

Il sistema d’istruzione superiore cinese è tra i più grandi e competitivi al mondo: oltre 1.000 tra università, college e istituti d’eccellenza, una popolazione universitaria che si aggira intorno ai 20 milioni di giovani, atenei al top dei ranking mondiali e un esame d’ammissione tra i più difficili e temuti.

La caratteristica principale delle università cinesi è quella di essere dei veri e propri poli in cui confluiscono più atenei e facoltà. Al fianco delle istituzioni accademiche, poi, si installano anche centri di eccellenza ad indirizzo ultra specialistico come quelli di studi in Energia Atomica, Risorse energetiche, Biofisica, etc.

Ogni università cinese dispone di un servizio di relazioni internazionali, vero punto di riferimento per chiunque desideri trascorrere un periodo di studio nel Paese asiatico. Impossibile riportare tutte le università, le accademie e i centri di formazione superiore cinesi: il numero complessivo sale oltre i 1.000 istituti.

Alcuni atenei sono costantemente ai vertici dei diversi ranking mondiali e per questo sono meta delle aspirazioni di numerosi studenti, anche internazionali. Tra queste ricordiamo la Tsinghua University di Pechino spesso censita come la più importante università cinese, nonché la prima università nella graduatoria tra le università BRICS. Un vero punto di riferimento soprattutto per i percorsi di dottorato. Altro colosso è la Peking University, famosa per la presenza massiccia di studenti provenienti da tutto il mondo.

CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE
L’esame linguistico definito Hanyu Shuiping Kaoshi (HSK) è un esame riconosciuto dal governo cinese per la valutazione delle competenze linguistiche di coloro la cui madre lingua non è il cinese. Questo esame gode di un notevole prestigio a livello internazionale. Gli studenti stranieri devono avere conseguito una valutazione almeno pari a 6 nell’esame di certificazione della lingua cinese. Gran parte degli studenti che decide di studiare materie diverse della lingua cinese tende a cominciare con uno o due anni di studio del mandarino, per poi iscriversi al corso di laurea prescelto. Nelle Business School bisogna ottenere una certificazione della lingua inglese, con il test TOEFL o GMAT. Ad Hong Kong le lingue d’insegnamento sono il cantonese e l’inglese.

ESAME DI AMMISSIONE
In Cina, il Gaokao è più temuto di Gengis Khan. Vero e proprio spauracchio per milioni di studenti cinesi, il Gaokao è l’esame decisivo per questi ragazzi, la prova che determinerà la loro vita futura. Si tiene durante i primi 10 giorni del mese di luglio; i candidati sono esaminati sulle discipline relative all’indirizzo prescelto, con una diversificazione generale fra materie umanistiche e scientifico-ingegneristiche, ma anche sul loro comportamento sociale, il carattere morale e, per alcuni corsi di laurea, sulle abilità fisiche. La selezione è durissima perché il rapporto tra domande e posti disponibili è molto squilibrato (in genere circa 1 studente su 2 rimane escluso e a far richiesta sono circa 9 milioni ogni anno).

RICONOSCIMENTO DEI TITOLI
Italia e Cina hanno firmato un accordo bilaterale per il riconoscimento dei titoli accademici (Pechino, 4 luglio 2005). Per l’accesso ai corsi accademici di livello superiore è riconosciuta la corrispondenza di livello dei titoli accademici dei due Paesi, a condizione che non vi siano rilevanti differenze nei percorsi formativi. Per l’accesso dalla scuola secondaria di II grado all’università è obbligatorio il possesso del titolo finale degli studi secondari superiori nel proprio Paese, completato dal superamento dell’eventuale esame di idoneità al corso universitario qualora fosse previsto nell’ordinamento del Paese di origine. Il Paese di accoglienza è libero di veri care la conoscenza della lingua nazionale e la disponibilità di posti riservati agli studenti stranieri, nonché le procedure di selezione previste per l’accesso ai corsi di laurea magistrale a numero chiuso.

Costi e Alloggi

Tutto considerato, le tasse accademiche in Cina non sono molto alte: si parte dai 3.000 euro per un ciclo di studi triennali fino ai 3.500 l’anno (4.000 considerando anche gli extra) per un corso universitario post laurea per uno studente straniero. Quasi tutti gli atenei danno vitto e alloggio nel campus. Gli studenti universitari vivono di norma nei dormitori, in camere condivise con un numero di persone variabile da 1 a 7 e tutti mangiano nelle sale mensa del campus. La vita nel campus, comprende una retta di 1.000 – 1.500 dollari e altri 1.000 dollari per il vitto.

Una stanza in affitto al di fuori dei campus, comunque, non è troppo cara: si parla di 2-300 euro al mese. La maggioranza degli atenei cinesi chiede agli studenti stranieri di stipulare anche un’assicurazione sanitaria.  Alcune università offrono l’assicurazione come un servizio aggiuntivo alle tasse d’iscrizione annuali, ma, per lo più, sono gli studenti a doversene occupare.

Prezzi contenuti, ma non se si vuole studiare a Pechino, Shanghai o Xian: qui le spese d’affitto possono arrivare a 500 euro per un monolocale. Se si sceglie di studiare ad Hong Kong, poi, bisogna prevedere un budget di circa 15.000 euro; qui, infatti, l’iscrizione arriva intorno ai 5.000 euro.

Lavorare in Cina

Borse di studio in Cina

Una borsa di studio in Cina è il modo migliore per intraprendere un corso di studi in estremo Oriente. Gli accordi fra Cina e i Paesi membri dell’Unione europea, offrono opportunità di studio e scambio culturale a livello istituzionale.

Eu Scholarship Window

Il programma Eu Scholarship Window mira a rafforzare la mobilità studentesca europea verso la Cina. La borsa di studio in Cina include spese universitarie e di soggiorno. I requisiti per candidarsi alla borsa di studio, sono il diploma di maturità o la laurea triennale.

Per i corsi di laurea, il candidato non può superare i 35 anni d’età, mentre per i master e corsi post laurea non può superare i 45 anni di età. La candidatura per la borsa di studio in Cina deve essere correlata da una lettera di presentazione dello studente. Per contattare le università cinesi che aderiscono al programma si può consultare l’elenco direttamente sul sito del China Scholarship Council o consultare la sezione Opportunità del Ministero degli Esteri.

Hanban

Altra opportunità sono le Borse di studio Hanban dell’Istituto Confucio: nate per promuovere lo studio della lingua cinese nel mondo e dare supporto a studenti e docenti che si distinguano per merito, l’Ufficio Nazionale di Promozione della lingua cinese Hanban/Confucius Institutes Headquarters attiva annualmente il programma Confucius Institute Scholarship. Le borse di studio offerte sono di diversa tipologia e durata e prevedono un sostegno economico per studenti stranieri, studiosi e docenti che vogliano iscriversi presso le università cinesi per frequentare corsi di lingua e/o cultura. Sono borse con limite di età molto ampio (dai 16 ai 35 anni, fino ai 45 anni per i docenti). Il bando viene pubblicato ogni anno, nel mese di aprile sul sito dell’Istituto Confucio.

Erasmus

Da qualche anno, poi, il programma Erasmus è diventato mondiale (prima era limitato alla sola Europa), il che significa che potreste trovare opportunità di borse di studio, ma anche stage e internships con destinazione Cina sul sito di Erasmus+.

Stage e Tirocini in Cina

Non ci sono programmi governativi che garantiscano stage gratuiti a giovani e studenti italiani desiderosi di recarsi in Cina. Il settore, quindi, è appannaggio delle società private che offrono consulenza e programmi a pagamento di Internships o tirocini, spesso con costi poco vantaggiosi.

In Cina, infatti, i tirocini non sono quasi mai retribuiti, anche se spesso possono condurre a o erte di lavoro interessanti o presso l’azienda o l’ente per cui si è svolto il tirocinio o presso altre aziende straniere che in genere preferiscono assumere figure con una qualche esperienza pregressa in Cina.

Divieto di lavoro per gli studenti stranieri!

Agli studenti e ai turisti è proibito svolgere qualsiasi attività lavorativa in Cina. Nel caso si trovasse lavoro durante un soggiorno turistico o di studio è possibile richiedere la modifica del visto. In molte province della Cina è possibile cambiare il visto presso l’Ufficio di Sicurezza Pubblica locale. Alcuni di questi USP (Ufficio di Sicurezza Pubblica), tuttavia, rilasciano il nuovo visto a condizione che si esca prima dal paese.

È necessario registrarsi presso l’Ufficio di Sicurezza Pubblica (USP) locale, entro dieci giorni dall’arrivo in Cina. La registrazione è legata all’indirizzo fisico, dunque, nel caso di trasferimento, si dovrà modificarla. Una mancata registrazione presso l’USP può portare all’espulsione dal paese. È anche consigliabile registrarsi presso il consolato o ambasciata d’appartenenza.

Visto per la Cina

Possono essere rilasciati vari tipi di visto a seconda della natura del soggiorno nel paese (turismo, studio o lavoro). Per un soggiorno in Cina di lunga durata, bisogna presentare la certificazione emessa da un ente (università o azienda), fondamentale per provare alle autorità che non si intende prolungare il soggiorno in Cina oltre il tempo limite permesso dal proprio visto.

La domanda di visto va presentata all’ambasciata o consolato cinese più vicino. Per la richiesta di visto occorrono uno o più dei seguenti documenti: passaporto valido per un minimo di sei mesi; un modulo di richiesta formale; una fototessera; una lettera d’invito da parte dell’ente formativo che ospiterà il candidato; un certificato medico. Inoltre, saranno richiesti documenti specifici a seconda della tipologia di visto richiesta.

VISTI RELATIVI AL TURISMO E ALLO STUDIO:

L – Luxing (Turismo): Il visto L è un visto turistico che di norma permette di soggiornare nel paese per trenta giorni, ma possono essere accettate richieste per soggiorni più lunghi. Si può richiedere un visto L per ingressi multipli, nonostante non sia sempre possibile ottenerlo.

X – Liuxue (Formazione di lunga durata): Il visto X viene rilasciato a studenti e tirocinanti che intendono soggiornare in Cina per più di sei mesi. Per ottenerlo, serve una lettera di ammissione al corso di studio prescelto e un modulo di domanda di visto da parte di un istituto formativo.

VISTI RELATIVI AL LAVORO:

F – Fangwen (Visita): Il visto F viene rilasciato nei casi di brevi soggiorni di studio o d’affari e, per ottenerne uno, occorre una lettera d’invito da parte di un ente o azienda cinese ospitante. Molti visti F sono validi solo per soggiorni della durata di non più di sei mesi, ma sono a disposizione anche visti F per soggiorni più lunghi o per ingressi multipli.

Z – Renzhi (Lavoro): Il visto Z viene rilasciato a chi si trasferisce in Cina per lavoro e, per ottenerlo, occorre una lettera d’invito da parte del datore di lavoro e un permesso di lavoro o il certificato di esperto straniero rilasciato dall’azienda di assunzione.

Trasferirsi in Cina: studiare e lavorare

Lavoro in Cina

Il mercato del lavoro in Cina è estremamente variegato e o re diverse opportunità: una forza lavoro ampissima e relativamente a basso costo preclude ai giovani stranieri la possibilità di impiegarsi in lavoretti saltuari o a bassa specializzazione. Scordatevi quindi di fare i baristi o i camerieri: in Cina cercano risorse ben più qualificate.

Sono le grandi aziende, infatti, a impiegare di più i ragazzi e le ragazze provenienti da tutto il mondo: società di management, gestione delle risorse, attività finanziarie e d’investimento, sono i campi in cui è possibile reperire le migliori occasioni.

A seguire ci sono le università, con i programmi di alta formazione o quelli di ricerca dedicati agli studenti internazionali. Infine, il settore della formazione: in rete è facile trovare moltissimi annunci provenienti dal Paese asiatico per insegnanti di lingua. Chiaramente l’idioma più ricercato è quello inglese (per il quale è necessario possedere il certificato TOEFL, Test of English as a Foreign Language), ma anche i docenti di italiano godono di una buona considerazione e possono sfruttare incarichi di lavoro a tempo determinato.

Vi ricordiamo che per entrare in Cina come lavoratore è necessario l’apposito visto e che la concessione di quest’ultimo è subordinata all’invito da parte di un’azienda o di un ente di formazione. In particolare per gli italiani, è possibile trovare annunci di lavoro presso la Fondazione Italia-Cina dove è possibile inserire il proprio cv e venire selezionato da aziende che operano in Cina. Per candidarsi ad un posto di lavoro è consigliabile inviare una lettera di presentazione di qualifica per l’impiego che interessa, in cui la modestia deve trasparire dalla descrizione. Un cv dettagliato che includa dati personali, esperienze lavorative, formazione, conoscenze e inclinazioni e obiettivi di carriera, copie del diploma e altri titoli. Considerato che i datori di lavoro cinesi danno grande valore alla formazione, sarebbe opportuno allegare alla domanda di assunzione i titoli accademici e qualifiche.

La Camera di Commercio Italiana a Pechino, sul suo portale, pubblica regolarmente annunci di lavoro, alcuni dei quali rivolti a stagisti o persino a lavoratori manuali specializzati (dai pizzaioli ai cuochi, ad esempio).

Un’altra risorsa molto utile, anche se non ufficiale, è il blog Sapore di Cina, che offre tanti consigli, informazioni pratiche e persino una sezione dedicata alla ricerca del lavoro (il tutto senza chiedere denaro in cambio) a tutti coloro che sognano di fare un’esperienza nella Terra di mezzo.

Alloggi e stipendio medio in Cina

Lo stipendio medio in Cina è decisamente più basso che in Italia o in Europa: per un operaio si parla di circa 400 euro al mese; un direttore di negozio può arrivarne a guadagnare circa 800. Il costo della vita, naturalmente, è commisurato agli introiti: senza considerare le spese di alloggio, 350 euro mensili sono più che sufficienti per vivere (magari limitando un po’ spese e acquisti); nel caso in cui occorra prendere in affitto un appartamento, la spesa si dovrebbe aggirare intorno agli 8-900 euro al mese.

Bisogna, poi, considerare che alcune città cinesi sono particolarmente care: a Pechino, Shanghai e soprattutto Hong Kong, il costo della vita lievita sensibilmente e cavarsela con uno stipendio risicato diventa una vera impresa.

Scambio alla pari

Spesso gli scambi alla pari rappresentano un utile strumento per avere la possibilità di conoscere un Paese e viverci per qualche mese, senza spendere barche di soldi. La formula del lavoro au pair è questa: si viene inseriti nel nucleo familiare di destinazione con gli stessi diritti (quindi vitto, alloggio, assistenza) e gli stessi doveri (quindi sbrigare faccende domestiche e nelle attività familiari) degli altri componenti. Insomma alla pari a tutti gli effetti.

Non si tratta solo di un’esperienza formativa interessante, ma anche dell’opportunità di imparare e perfezionare una lingua straniera senza dover pagare costosi corsi privati. Le famiglie che fanno richiesta di ragazzi/e alla pari, generalmente ne hanno bisogno per accudire bambini piccoli per metà giornata, ma si stanno diffondendo molto anche le domande per aiutanti in piccole aziende agricole a gestione familiare o ancora di singoli o famiglie che vogliono imparare la lingua del ragazzo/a alla pari.

Ad oggi, si stima che oltre 300.000 giovani in tutto il mondo stiano svolgendo un periodo di lavoro alla pari. Un mondo poco conosciuto, ma concreto e in fortissima crescita. Se vuoi provare un’esperienza simile in Italia è possibile contattare una delle agenzie e organizzazioni private che operano nel settore dello studio e lavoro all’estero.

Si tratta di enti di varia natura, dalle associazioni culturali ai tour operator. Anche all’estero esistono agenzie di collocamento alla pari per stranieri. L’elenco di tutte le agenzie ufficiali di Scambi alla Pari si trova sul sito istituzionale dello IAPA – International Au Pair Association

Reperire la famiglia tramite agenzia non è l’unica modalità possibile, anche tramite internet esistono siti di incontro domanda/o erta sul lavoro alla pari. L’utilità di usufruire dell’agenzia può essere valutata in relazione ad una conoscenza preliminare della famiglia, al rispetto di determinati standard e ad un’assistenza per le procedure burocratiche. Di solito l’agenzia prevede un costo per il servizio ma, soprattutto all’estero, si possono trovare agenzie che forniscono il servizio gratuitamente all’au pair. 

Infine un’altra possibilità è quella di rivolgersi agli sportelli EURES (European Employment Services), servizi europei per l’impiego di usi in tutti gli Stati membri attraverso una rete di consiglieri EURES. A questi servizi si potranno richiedere informazioni su eventuali annunci di ricerca di ragazze/i alla pari oppure consultare le offerte di lavoro pubblicate sul portale di EURES.

Relazioni Italia – Cina

I rapporti sino-italiani sono rappresentati in primo luogo dagli enti istituzionali: Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, Ambasciata d’Italia a Pechino e la Camera di commercio italo-cinese. Cresce in Cina l’interesse verso la lingua e la cultura italiana: l’Istituto Italiano di Cultura di Pechino insieme alla sezione di Shanghai rappresentano il centro propulsore di iniziative ed attività di cooperazione culturale tra Italia e Cina.

Per quel che riguarda lo scambio di studenti, la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), sotto sollecito della Presidenza della Repubblica Italiana, ha lanciato il programma Marco Polo per incrementare la presenza di studenti cinesi nelle nostre università.

Ogni anno, in Italia, si celebra il China Awards, promosso dalla Fondazione Italia-Cina, con il quale si premiano le realtà italiane che meglio hanno colto le opportunità del mercato cinese e multinazionali cinesi che hanno investito nel nostro Paese anche in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, dando così visibilità a diversi casi di successo non particolarmente conosciuti al grande pubblico.

La Fondazione Italia-Cina svolge un forte ruolo promozionale e culturale tra i due Paesi. Mensilmente pubblica la rivista digitale Focus Cina, rivolta alle aziende che desiderano investire o che abbiano investimenti nella Repubblica Popolare Cinese.

Ambasciata cinese a Roma
Camera di commercio italiana in Cina
China Scholarship Council
Fondazione Italia-Cina
Ambasciata della Repubblica Italiana a Pechino

Intercultura – Borse per scambi culturali della durata di un anno
Istituto Confucio – borse annuali
ustlanded.com/it/China
saporedicina.com