Riscatto della laurea più caro: un anno costa oltre 6mila euro

Scatta l’adeguamento dell’Inps all’inflazione. Per anticipare la pensione rincaro del 5,7%

Sale il costo del riscatto della laurea, rendendo più difficile l’anticipo pensionistico per i giovani e i lavoratori a cui mancano pochi anni alla pensione. Seoncodo fonti dell’Inps contattate da Corriereuniv la circolare arriverà nelle prossime ore. Ma già da oggi chi farà domanda sul sito dell’ente previdenziale , riscattare ogni anno di università in corso costerà con l’opzione agevolata oltre 6mila euro l’anno, rispetto ai 5.776 dello scorso anno. Il riscatto cosiddetto “light” è una delle due opzioni, quella a prezzo fisso e quella ordinaria, il cui costo è adeguato al reddito percepito nei precedenti 12 mesi dalla richiesta.

La stangata è frutto dell’inflazione, che non fa rivalutare solo gli importi delle pensioni o dell’assegno unico per i figli ma fa anche crescere il reddito minimo imponibile per artigiani e commercianti. Quello su cui si basa proprio il riscatto fisso della laurea. L’aumento si baserà sul livello medio dei prezzi dello scorso anno, con la crescita fissata dall’Istat al 5,7% (il riflesso sul riscatto sarà di poco più basso). E questo dopo che già nel 2023 c’era stato un rialzo del 7,8%.

Cos’è il riscatto della laurea?

Introdotto nel 1997, il riscatto universitario permette di far figurare il periodo di studi come anni di lavoro, con gli appositi contributi, ma vengono esclusi gli anni fuori corso. Il periodo riscattabile va dal primo novembre dell’anno di immatricolazione al 31 ottobre dell’ultimo anno di durata legale del corso stesso. Se il periodo da riscattare cade nel periodo del contributivo (dopo il 1996) per il riscatto agevolato il costo per ogni anno di riscatto è fisso, mentre per quello ordinario si calcola moltiplicando il reddito medio percepito nei dodici mesi precedenti alla domanda di riscatto per l’aliquota della contribuzione indennità vecchiaia e superstisti (Ivs), nel 2024 al 33%.

Quest’anno, con l’aumento del reddito minimo imponibile di artigiani e commercianti oltre i 18mila euro, il riscatto ordinario costa meno solo se il proprio reddito è sotto questa soglia (mentre per chi non ha lavorato il costo è fisso a 6mila euro). Più difficile il calcolo dei costi se si riscattano anni di laurea prima del 1996 o fino al 2011 con almeno 18 anni di contribuzione maturati prima del 96′, cioè quelli che cadono nel sistema retributivo. Il costo si stima tamite il metodo della riserva matematica, cioè quella base del beneficio pensionistico che deriva dal riscatto stesso. Per anticipare la pensione in linea di massima il riscatto conviene se si è cominciato a lavorare prima dei trent’anni o se si è vicini all’età pensionabile. Più si paga, poi, più contributi si versano. Quindi se la finalità è anche rendere più corposo l’assegno pensionistico, o non farlo scendere troppo, la procedura ordinaria potrebbe essere essere conveniente per ogni fascia di reddito, considerando che la somma si può anche pagare a rate.

Per i giovani senza lavoro è possibile trasferire gratuitamente il montante contributivo generato dal riscatto della laurea

Riguarda i giovani la novità di quest’anno. L’Inps ha comunicato che sarà possibile trasferire gratuitamente il montante contributivo generato con il riscatto della laurea, anche per i giovanisenza lavoro, una volta iscritti a una gestione previdenziale dell’ente pensionistico. Proprio per chi oggi ha tra i 26 e i 43 anni ci potrebbero essere però riflessi negativi sulle future pensioni per effetto delle nuove regole sulla pensione di vecchiaia a 67 anni. Per effetto dell’ultima legge di Bilancio, infatti, se le regole non cambieranno in futuro, i Millennials potranno accedere alla pensione di vecchiaia – 67 anni di età e 20 di contributi – senza più dover raggiungere l’importo minimo di 1,5 volte l’assegno sociale. Sarà invece possibile anticipare l’uscita pensionistica di tre anni solo se l’assegno è pari a tre volte quello minimo.

Insomma per anticipare l’uscita serviranno 46mila euro lordi l’anno di reddito, 63mila per gli autonomi, ma sempre con 20anni di contributi. Gli assegni pensionistici, però, così saranno bassi, rispettivamente 543 e 1.510 euro per l’uscita ordinaria e per quella anticipata. Se quindi non si guadagnano almeno 46mila euro lordi l’anno, per avere un assegno previdenziale appena sopra i 1000 euro al mese, ai Millennials non resterà che la pensione di vecchiaia senza paletti, con l’età che supera i 70 anni.

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