Si è svolta, alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, la prima riunione del Comitato Scientifico (Supervisory Board) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza istituito dal ministro per supportare il coordinamento dell’attuazione delle misure di competenza del MUR, in particolare quelle indicate all’interno della componente “Dalla Ricerca all’Impresa” della Missione 4-Istruzione e Ricerca.
Il Comitato è composto da otto esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale ai quali non spetta alcun compenso: oltre a Paola Severino, Professore Emerito di Diritto Penale e Vice Presidente della LUISS nel ruolo di Presidente, Massimo Camarda, Amministratore Amministratore unico di SenSIC GmbH e STLab s.r.l., Christian Cipriani, Professore Ordinario di Bioingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Loretta del Mercato, Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Andrea Graziosi, Professore Ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Elisa Molinari, Professoressa Ordinaria di Fisica della materia all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Rino Rappuoli, Professore Straordinario di Biologia molecolare all’Università degli Studi di Siena, Andrea Sironi, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università Bocconi di Milano.
«L’occasione data dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per consolidare e strutturare percorsi, progetti, investimenti e riforme per la ricerca in Italia è unica» ha detto il ministro Maria Cristina Messa. «Ringrazio tutti i componenti del Comitato Scientifico perché hanno da subito accettato con grande impegno e responsabilità di fare parte di questa sfida. Abbiamo miliardi da destinare, attraverso bandi e procedure competitive, per fare crescere il numero dei dottorati, per supportare progetti di ricerca destinati ai giovani ricercatori, per allargare partenariati estesi a università, centri di ricerca, imprese, istituzioni dell’AFAM, per potenziare le strutture di ricerca esistenti, per individuare centri e reti su alcune tecnologie abilitanti, per rafforzare gli ecosistemi dell’innovazione. Lo faremo coinvolgendo la società nel suo complesso, valorizzando il ruolo di ognuno all’interno della cornice comune data dal PNRR»