Stop alla «Normale del Sud», il direttore della Normale pronto a lasciare

Pisa, dopo il naufragio del progetto di una sede a Napoli. Barone: «Domani non sarò più alla guida»

 Il suo progetto di creare una «Normale del Sud» è naufragato, ma le polemiche sono rimaste. E sono diventate macigni. Il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone, sta per lasciare il suo incarico: «Non ci sono più strade percorribili. Quando alla fine della seduta del Senato Accademico di mercoledì non sarò più direttore, potrò parlare liberamente», spiega lui stesso. «Si tratta solo di capire come, sono venuto a Roma per questo – chiarisce al telefono dalle stanze del ministero dell’Università e della Ricerca -. Non posso certo lasciare che questo passaggio avvenga senza che abbia comunicato quanto devo al mio datore di lavoro».

Barone era stato eletto nel 2016 e avrebbe dovuto guidare il prestigioso ateneo almeno fino alla scadenza naturale del mandato, quella del 2020. La scintilla che ha acceso il rogo di polemiche attorno a lui è scoccata sotto forma di emendamento alla manovra finanziaria del governo: 50 milioni di euro per l’implementazione di una «Normale del Sud», un’università d’eccellenza con sede a Napoli e da sviluppare in collaborazione con l’ateneo Federico II. Un progetto coltivato a lungo dal direttore, che aveva annunciato l’intenzione di svilupparla già all’inizio del 2017, nel suo discorso inaugurale per l’anno accademico.
Da lì all’emendamento un silenzio lungo due anni. Che ha dato fastidio innanzi tutto alla classe dirigente politica pisana: il deputato del Carroccio Edoardo Ziello e il sindaco della città Michele Conti (vicino alla Lega) hanno osteggiato il progetto di Barone e hanno rivendicato il proprio ruolo nella scelta del ministro leghista dell’Istruzione, Marco Bussetti, di stralciare il piano ed affidarlo completamente alla Federico II.