Laureati e abilitati nello stesso giorno: il sogno di migliaia di giovani laureandi in Medicina potrebbe diventare realtà entro breve. Il Miur, infatti, ha accolto positivamente la proposta lanciata dai sindacati del settore (Cgil, Cisl e Uil Medici) per rendere il titolo di laurea in Medicina e Chirurgia immediatamente abilitante, eliminando così, la trafila necessaria ad accedere all’esame di abilitazione successivo all’ottenimento del titolo.
L’incontro tra i delegati del Ministero e i rappresentanti sindacali si è tenuto alla presenza del Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin: “Si tratta di una notizia positiva per i futuri giovani medici – ha spiegato il segretario della Cgil Medici Massimo Cozza – che in questo modo non saranno più costretti ad aspettare anche diversi mesi per poter conseguire l’abilitazione e per poter partecipare ai test per le scuole di specializzazione e alle scuole di medicina generale che richiedono il titolo”.
Attualmente, la norma prevede che i neo dottori svolgano tre mesi di tirocinio una volta conseguito il diploma di laurea di cui 1 mese in una clinica medica, 1 mese in una chirurgica e 1 mese dal medico di medicina generale. Una volta superata questa fase, gli aspiranti medici possono accedere all’esame di specializzazione che, tuttavia, si tiene solo 2 volte l’anno. Solo al superamento di questa ulteriore verifica, i neo medici possono esercitare la professione, iscrivendosi all’ordine professionale.
Una trafila necessaria non solo per cominciare concretamente a lavorare, ma anche per accedere alle scuole di specializzazione, necessarie per proseguire la propria formazione ed acquisire competenze specialistiche. Il concorso per l’ingresso alle scuole di specializzazione, tuttavia, si tiene 1 volta l’anno (con date variabili) per cui, il rischio attuale, è quello di perdere anche 18 mesi tra l’ottenimento della laurea e l’avvio della scuola di specializzazione.
La proposta accolta favorevolmente dagli esperti del Miur, dunque, accorcerebbe sensibilmente i tempi, permettendo ai giovani medici l’ingresso nel mondo del lavoro ad un’età più bassa, accorciando il gap che attualmente ci divide dalla media europea.
Soddisfazione da parte del Coordinamento Mondo Medico: “Finalmente una buona notizia che ci avvicina ai giovani europei – commenta la portavoce Maja Fedeli – È inammissibile che i medici entrino in Italia nel mondo del lavoro a 32-34 anni: ora si vada avanti sulla strada di concorsi più snelli e meno impigliati nelle burocrazia. Basta con i concorsi irregolari che rischiano sistematicamente di essere annullati”.
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