È il casertano Antonio Semola con una tesi sul regime legislativo e processuale dei pentiti. In cattedra al corso di laurea c’è Raffaele Cantone
Sono passati poco più di due anni da quando all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli i profili sostanziali e processuali della legislazione antimafia sono diventati per la prima volta uno specifico insegnamento universitario affiancato ai tradizionali insegnamenti di diritto penale e diritto processuale penale. In cattedra da allora c’è Raffaele Cantone, oggi presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e per anni pubblico ministero presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli impegnato in prima linea nelle grandi inchieste contro la camorra, in particolare sul clan dei Casalesi.
“Quella del Suor Orsola è stata una scelta con un grande valore simbolico ma anche e soprattutto con un grande valore sostanziale – ricorda Cantone – perché è di fondamentale importanza per i giovani giuristi la conoscenza specifica di una normativa che, pur essendo oggetto di applicazione ormai quotidiana nei tribunali non soltanto meridionali, non sempre è stata oggetto di uno studio adeguato ed approfondito e che soprattutto non si è mai provato, se non di rado, a leggere con una visione sistematica e di insieme”.
E da oggi c’è anche il primo laureato italiano con una tesi frutto del primo corso universitario specificamente dedicato alla legislazione antimafia. Si tratta di Antonio Semola, casertano di Pietravairano, che ha chiuso oggi il suo percorso magistrale in Giurisprudenza all’Università Suor Orsola Benincasa con una tesi su “Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia dalle indagini al dibattimento”.
“Un lavoro meticoloso che il presidente Cantone, che ho scoperto come docente attento, appassionato e sempre presente, mi ha più volte rivisto e rimodulato – racconta il neolaureato – nel quale, in quasi duecento pagine, ricostruisco le azioni di contrasto alle mafie sia da un punto legislativo che processuale, analizzo il fenomeno del pentitismo e in particolare mi soffermo sull’acquisizione e la valutazione processuale delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia”.
Un lavoro ancor più interessante perché arricchito da una serie di interviste che raccolgono il punto degli operatori. Tra gli altri Antonella Terzi, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Giovanni Conzo, già sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli,Alessandro Diana, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere,Egle Pilla, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli ed il testimone di giustiziaAugusto Di Meo che fece condannare i killer di Don Peppe Diana.
“Il primo laureato con una tesi frutto del corso specificamente dedicato alla legislazione antimafia affidato a Raffaele Cantone – evidenzia Aldo Sandulli, Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Suor Orsola Benincasa – testimonia una delle grandi peculiarità del nostro sistema didattico: la scelta di avere nel nostro corpo docente, oltre ad illustri studiosi ed accademici, anche numerosi esponenti delle professioni forensi (notai, avvocati, magistrati, come, tra gli altri, il giudice costituzionale emerito Sabino Cassese, il giudice Sergio Zeuli del TAR Campania, il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Giovanni Russo, il notaioStefano Cimmino, Presidente della Fondazione Casale, e il proprio il giudice Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione), con l’obiettivo di rendere il percorso di studi più professionalizzante e meglio collegato al mondo del lavoro, come per fortuna poi dimostrano anche i dati sul placement dei nostri laureati”.
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