411 prof sotto inchiesta per doppi incarichi. E il Nord "batte" il Sud

Quattrocentoundici docenti universitari di Ingegneria, Architettura, Chimica, Medicina, Giurisprudenza ed Economia sono finiti sotto inchiesta per aver violato la normativa che regola l’esclusività del rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione (articolo 53 del decreto legislativo 165 del 2001). In pratica, si tratta di professori che, pur avendo optato per il cosiddetto regime di “tempo pieno”, con divieto assoluto di svolgere altri incarichi se non con esplicita autorizzazione del Rettore, si dedicavano ad altre remunerative attività.
Episodi riscontrati soprattutto nelle università del Nord, dove la Guardia di Finanza sta valutando circa 60 casi; in Campania sono 49 i docenti sotto inchiesta e 38 in Lazio. In Sicilia i casi, invece, sarebbero 35, e poi 31 in Emilia, 30 in Toscana, 8 in Umbria e Basilicata, 6 in Trentino e 5 in Friuli. Tra gli atenei interessati, al momento, c’è il Politecnico di Milano e di Torino, Tor Vergata, Romatre, La Sapienza, la Federico II di Napoli e l’Università di Palermo.
In regioni come la Liguria gli accertamenti per smascherare chi percepisce due o più stipendi sono già stati avviati da diverso tempo. Uno dei casi più eclatanti riguarda il professor Paolo Pinceti, docente di ingegneria presso l’università di Genova al quale la procura della Corte dei conti ha chiesto un mese fa un risarcimento per danni erariali di circa 2 milioni e mezzo di euro perché nel corso della sua carriera ventennale avrebbe accettato numerosi incarichi privati senza mai chiedere l’autorizzazione all’ateneo. Alla fine del 2017 i giudici contabili del capoluogo ligure hanno invece condannato il professore di architettura dell’ateneo cittadino Marco Casamonti a restituire 689 mila euro. Una delle contestazioni più gravi riguardano «le assenze dalle lezioni, emerse grazie all’analisi dei documenti ufficiali del Consiglio di facoltà e del Consiglio di Dipartimento». Il professore risultava presente e invece si faceva sostituire dagli assistenti anche in alcune sessioni di esame. Una prassi purtroppo comune in molti corsi di studio. 

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