Chi usa i social network va male in matematica e italiano

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Studiare con i social network – Uno studio dell’Università Milano Bicocca evidenzia la connessione tra utilizzo di Facebook e l’andamento scolastico. L’indagine condotta su oltre duemila studenti: ogni ora passata sul web peggiora la pagella

 

Più usi Facebook e Twitter e peggio vai a scuola. La conferma scientifica viene dai ricercatori dell’Università degli studi di Milano Bicocca che hanno condotto uno studio sulla relazione tra l’utilizzo dei social network e l’andamento scolastico degli studenti delle scuole superiori

La ricerca, denominata appunto “Indagine sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuole superiori lombarde” e coordinata dal Gruppo di Ricerca sui Nuovi Media del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Ateneo milanese, ha preso in esame un campione di 2.327 ragazzi.

La capacità di apprendimento degli studenti è stata misurata grazie ai test Invalsi e ha mostrato risultati preoccupanti: su una scala da 0 a 100, per ogni ora passata in più su internet a casa, l’apprendimento cala di 0,8 punti in italiano e di 1,2 punti in matematica. Un deficit che aumenta ancora di più se si considera solo la quota di tempo passata online per motivi di studio: si perdono 2,2 punti in italiano e 3,2 in matematica.

Dalla ricerca, inoltre, è risultato che gli studenti lombardi passano in media 3 ore al giorno navigando in Internet, la maggior parte delle quali chattando sui social network (83 % degli intervistati) oppure cercando informazioni e approfondimenti (53 %). Com’era prevedibile è Facebook a farla da padrone, con l’82 % dei ragazzi che possiede un profilo sul social e il 57 % di loro che ammette di tenerlo aperto anche quando studia e fa i compiti.

Un uso notevole dei nuovi mezzi di comunicazione su cui, però, genitori e insegnanti non sono abbastanza preparati, almeno secondo il parere degli studenti intervistati. Ma anche da parte loro mancano le competenze necessarie a navigare in sicurezza. L’indagine, infatti, ha dimostrato che nei ragazzi viene spesso a mancare la capacità di riconoscimento critico degli indirizzi web, la consapevolezza dei meccanismi commerciali e la valutazione del livello di affidabilità dei contenuti. Ad esempio solo il 32,7 % ha risposto correttamente a una domanda dettagliata sul modo in cui funziona Wikipedia; solo il 34,8 % riesce a riconoscere, a partire dall’indirizzo web, una pagina di login falsificata e il 33 % si rende conto dello scopo di lucro dietro a siti commerciali di uso comune.

Meglio spegnere il computer quando si studia, allora, ma conviene tenere occhi e mente ben aperti anche quando lo si usa nel tempo libero.

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