Cominciano a farsi strada i buoni per il lavoro occasionale e accessorio, un sistema di pagamento delle prestazioni di lavoro svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro in modo discontinuo e saltuario. Dal primo luglio 2008 al 13 agosto 2009 sono stati venduti 1.123.064 buoni lavoro da 10 euro e 93.323 da 50 euro, per un valore totale di 16,7 milioni di euro (comprese retribuzioni nette e contributi). Sono stati inoltre 1.155.439 i voucher utilizzati da agosto 2008 a luglio 2009, che hanno permesso di pagare 31.633 lavoratori. I dati sono stati illustrati dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e dal presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, in occasione del Meeting di Rimini.
Sacconi ha sottolineato che il datore di lavoro può beneficiare di prestazioni nella completa legalità e con una copertura assicurativa per il lavoratore «perché il buono comprende una piccola quota Inail». Ma, soprattutto, ha sottolineato il ministro, il «lavoratore potrà così accantonare i contributi per la pensione presso l’Inps».
Per Sacconi, però, la diffusione dei buoni potrebbe essere molto maggiore, fino a 10 volte di più: «Stiamo intercettando una parte infinitesimale della possibile platea». Per la vendita dei buoni, da settembre la rete arriverà a 50mila punti coinvolgendo anche le tabaccherie e rinnovando l’accordo con le Poste. I buoni, che sono utilizzabili per il pagamento delle babysitter, dei lavoratori durante le vendemmie e numerosi altri lavori, hanno già una buona diffusione nell’agricoltura (51,9%), nel commercio (13,6%) e nei servizi (10,2%). A usufruirne maggiormente i lavoratori oltre i 65 anni (39,5%), mentre i giovani sotto i 25 anni sono stati solo l’11,3 per cento.
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