Non è riuscita a dire di no a tutti quei regali perché stava facendo una forte cura ormonale che le aveva provocato depressione e un comportamento compulsivo negli acquisti: è la linea di difesa tenuta dall’ex capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, coinvolta in una indagine su presunti episodi di corruzione in appalti al Ministero dell’Istruzione. A rivelarlo è il quotidiano La Verità che questa mattina ha pubblicato alcuni stralci delle dichiarazioni messe a verbale dalla stessa Boda nei mesi scorsi, dopo lo scoppio dello scandalo delle tangenti al MIUR e il suo tentativo di suicidio gettandosi da una finestra proprio di Viale Trastevere.
“Ammetto tutti gli addebiti che mi avete mostrato ma sicuramente non ricordo nel dettaglio le singole dazioni o utilità anche perché in quel periodo mi ero sottoposta a una forte cura che mi ha portato ad avere forti comportamenti compulsivi, depressione e alterazione della realtà” si legge nel documento riportato dal quotidiano.
Nel corso dell’atto istruttorio, svolto davanti al pm Carlo Villani titolare del fascicolo, l’ex alto dirigente ministeriale, ha aggiunto di non avere avuto “la prontezza di sottrarsi alla grave situazione creata mettendomi in malattia come avrei dovuto fare. Ho avuto un comportamento compulsivo che mi ha indotto a spendere tutti i soldi che mi dava Bianchi di Castelbianco oltre a quello che guadagnavo con il mio stipendio, tanto è vero che non ho più niente, come risulta anche dal fatto che il sequestro nei miei confronti è stato di circa soli 30.000 euro”.
Boda si è detta pronta a saldare almeno una parte di quanto ricevuto illecitamente. “I miei genitori hanno messo in vendita la casa di proprietà di Limone Piemonte e sono disponibili a darmi il ricavato per potermi consentire di mettere lo stesso a disposizione della Procura e del giudice in modo da effettuare le restituzioni previste dalla legge delle utilità, ricevute ovviamente nei limiti delle mie possibilità” ha detto agli inquirenti l’ex dirigente.
Secondo l’accusa Giovanna Boda ha ricevuto nel tempo più di 3 milioni di euro dall’imprenditore in cambio di una corsia preferenziale per l’assegnazione di appalti al Ministero. Tra i benefit concessi all’ex dirigente del MIUR c’erano regali di ogni tipo: lezioni di violino e sci, stipendio e contributi per la colf, il pagamento dell’affitto dei genitori e poi carte prepagate, bonifici e spese per il noleggio d’auto, pagamenti delle bollette del gas, buste con contanti. La Procura di Roma ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il processo per 15 persone.
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