Rivoluzione Copernicana nel settore della formazione. A proporla è il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. L’idea è quella di dar vita ad un processo di rinnovamento che abbia come focus il settore occupazionale.
“Mi propongo l’obiettivo di una sorta di rivoluzione copernicana della formazione – ha detto il ministro Sacconi in diretta su Radio 1 – fondata in particolare sull’idea che la formazione migliore si fa nel luogo di lavoro, e che l’apprendimento si deve verificare periodicamente in relazione alle effettive competenze che ha acquisito il lavoratore”.
Sulla stessa onda dei dati Ue, che usciti qualche giorno fa sottolineavano l’esigenza di lavoratori più qualificati, Sacconi ha voluto ricordato l’importanza della formazione continua, e ha sottolineato come sia fondamentale per tutti i lavoratori che in questo momento sono costretti all’inattività, perché capace di offrire loro degli sbocchi occupazionali alternativi.
“L’investimento nelle conoscenze e nelle competenze e il relativo diritto del lavoratore – ha specificato – hanno un contenuto primario, insieme alla salute e la sicurezza nel lavoro”. Una nuova visione, quindi, quella proposta dal Ministro che dovrebbe svilupparsi specialmente nel campo del lavoro.
Il ministro ha comunque sottolineato che qualcosa nel settore occupazionale inizia a muoversi. “I segnali positivi sono evidenti e su di questi bisogna far leva per aumentare il circuito virtuoso della crescita”. I dati Istat sulla produzione industriale sembrano parlar chiaro “Soprattutto sul dato congiunturale – ha sottolineato Sacconi – i segnali positivi sono molti. Riguardo i dati del Pil, si tratta di dati aggiustati e riferiti a situazioni già pregresse e note. Sono solo una conferma di un crollo della domanda globale che ha effetti su una economia fortemente manifatturiera come la nostra”.
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