Ricercatori, stop all'insegnamento

Ricercatori con le braccia incrociate per almeno un anno. Il Cnru (Coordinamento Nazionale dei Ricercatori Universitari) proclama lo stato di agitazione e invita i ricercatori di tutti gli atenei a non accettare incarichi per affidamento e supplenza per il prossimo anno accademico.

Ricercatori con le braccia incrociate per almeno un anno. Il Cnru (Coordinamento Nazionale dei Ricercatori Universitari) proclama lo stato di agitazione e invita i ricercatori di tutti gli atenei a non accettare incarichi per affidamento e supplenza per il prossimo anno accademico.
Niente più corsi, esami o seminari. Lo sciopero della cattedra sta per iniziare. I ricercatori torneranno a fare ricerca e seguire la didattica complementare, come prevede la legge. A gran voce si chiede una partecipazione collettiva e la messa in atto di forme di lotta immediate come la sospensione dell’attività didattica auspicando il sostegno delle altre fasce di docenza.
All’origine della protesta i contenuti del ddl Gelmini che, a parere del Cnru, dimentica di «finanziare la riforma stessa, accentuando le difficoltà degli Atenei a predisporre una normale programmazione del personale in sede di bilancio», di considerare alcune norme transitorie indispensabili che dovrebbero riguardare gli attuali Ricercatori Universitari, di assicurare una gestione democratica degli atenei attraverso la partecipazione di tutte le componenti universitarie negli organi di governo, di escludere i ricercatori universitari con più di 40 anni di contributi dal licenziamento-prepensionamento coatto».

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