Forse lo sfratto non arriverà, o forse si cercherà una sede alternativa. Comunque vada sono già partite le iniziative a sostegno dell’Ebri, l’Istituto europeo di ricerca sul cervello. La Fondazione, creata dal premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini e Accademica dei Lincei, rischia lo sfratto entro il 30 settembre e l’interruzione di tutte le attività di ricerca in corso.
Ma sul caso già iniziano a rincorrersi notizie “destituite di fondamento”. A sottolinearlo e a riportare un po’ di chiarezza sulla vicenda la fondatrice del centro, Rita Levi Montalcini. “Desidero precisare – ha affermato in una nota la professoressa – che l’Ebri non ha debiti verso terzi, neanche con la Fondazione S. Lucia, che ha dato in comodato la sede del Centro e che gestisce i servizi comuni”.
“Gli stipendi dei ricercatori e i relativi contributi previdenziali – scrive Rita Levi Montalcini nella nota – sono regolarmente versati ogni mese, come risulta dai documenti contabili dell’amministrazione. Probabilmente le notizie diffuse servono a motivare un’azione nei nostri confronti del tutto ingiustificata”.
“E’ veramente sconfortante – prosegue la professoressa – che, a un giorno dalla udienza fissata con procedura di urgenza a seguito dell’azione legale cui sono stata costretta per difendere la straordinaria attività scientifica della Fondazione Ebri e dei suoi ottimi ricercatori, qualcuno ha diffuso notizie destituite di ogni fondamento sul conto della Fondazione da me fondata e diretta”. “Ringrazio tutti coloro – conclude la scienziata nella nota – che mi stanno manifestando la loro solidarietà a sostegno della mia Istituzione”.
A dimostrare la propria solidarietà verso il Centro di eccellenza sono accorsi in molti. Tra i primi il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. ”Ritengo troppo importante il lavoro dell’Ebri e del premio Nobel Rita Levi Montalcini – sottolinea il ministro – per poter pensare che le attività svolte da questo centro di ricerca possano interrompersi. L’Ebri e’ un centro di eccellenza che va tutelato in qualsiasi modo”.
“Per questo motivo – spiega ancora il ministro – sono già in atto tre azioni: la “”reazione di un tavolo tecnico tra il ministero, l’Ebri e la proprietà per verificare la possibilità che l’Ebri possa continuare a lavorare nelle strutture che attualmente utilizza”, il “trasferimento in una sede alternativa: in questo caso, esistono già alcune ipotesi molto concrete per trasferire il centro in altre strutture”, mentre è “in via di erogazione il finanziamento del ministero da 485mila euro, che ho già firmato e che attende il parere delle commissioni parlamentari, per consentire all’Ebri di proseguire gli studi e le attività di ricerca”
Solidarietà anche dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso e dal Rettore dell’Università di Torino, Ezio Pelizzetti. Entrambi si dichiarano disponibili ad ospitare la Fondazione Ebri. “Se la professoressa e il suo staff sono interessati – spiegano Bresso e Pelizzetti – noi saremmo onorati e felici di poter ospitare a Torino un’istituzione scientifica di straordinaria importanza e valore.
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