“Stiamo ragionando sulla situazione degli insegnanti di seconda fascia”: a dichiararlo è stato lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenuto ieri al comizio elettorale a Vicenza in sostegno della candidata PD Alessandra Moretti. “Quello che mi dà noia – ha aggiunto il premier – è che qualcuno ha fatto il Tfa e lo ha pure pagato sia tagliato fuori dal provvedimento. Ne stiamo discutendo, è un tema difficile”.
La dichiarazione, un po’ a sorpresa, ha immediatamente agitato le acque del mondo della scuola. Durante l’iter di presentazione e di approvazione del DDL La Buona Scuola, infatti, la possibilità di recuperare i tieffini, al momento esclusi dal piano di 100 mila assunzioni previste per il prossimo settembre, non era mai stata paventata. Anzi, era stata lo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a ribadire a più riprese che anche coloro che avevano completato, pagandolo, un percorso di abilitazione avrebbero comunque dovuto partecipare al prossimo concorso nazionale, unico tramite d’accesso per le future immissioni in ruolo nelle scuole italiane.
E tra gli insegnanti serpeggia subito il dubbio accompagnato dalla preoccupazione per il prossimo futuro: “Con il ddl licenziato – è intervenuto al comizio il docente di italiano Stefano Ancillotto – perderemo in decine di migliaia il posto di lavoro noi insegnanti di seconda fascia. Siamo in centomila che rischiamo il licenziamento. Non vorrei che questa attesa fosse di carattere elettorale”. Una provocazione cui il premier ha risposto sottolineando come, stando ai suoi calcoli, il numero dei docenti a rischio licenziamento sia inferiore alle 100 mila unità.
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