Sono ancora loro a detenere il primato dell’occupazione. Medici, infermieri e tecnici di laboratorio non hanno problemi a trovare il lavoro. A porre l’attenzione sul fenomeno è Almalaurea, consorzio di atenei italiani, che ha rilevato come i laureati nelle professioni sanitarie hanno un tasso di occupazione altissimo, quasi al 100% dopo appena un anno dal completamento degli studi.
La laurea in generale risulta, essere un fattore premiante per trovare un’occupazione (87% dei casi), ma lo è ancora di più se si sceglie una ramo in ambito sanitario. Nel suo XI Rapporto nazionale che ha coinvolto circa 300 mila laureati pre e post riforma, l’istituto di ricerca ha preso in considerazione le professioni sanitarie: a un anno dalla laurea il 97,7% lavora, circa 1′ 1% si specializza e poco più dell’ 1,3% per cento è in cerca di occupazione. La tipologia di lavoro è nel 91,8% dei casi dipendente a tempo indeterminato, nel 3,1% autonomo, circa nel 2% a tempo determinato, nell’ 1,5% a collaborazione-consulenza, mentre e’ irrilevante il dato di chi e’ senza contratto.
Le performance sono al top anche per quanto riguarda gli stipendi, con il raggruppamento medico o in testa a tutti gli altri anche per la media di guadagno netto. Con una laurea in professioni sanitarie, anche se freschi di diploma, secondo Almalaurea, si portano a casa 1.300, contro una media italiana di 1.033 euro e di 930 euro mensili netti guadagnati dagli occupati nel settore farmacologico. Un lavoro in ospedale o in clinica permette di guadagnare mediamente il 30% in più.
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