La Sala degli angeli dell’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli nei giorni 20 e 21 novembre ha ospitato il convegno “Civitas educationis: interrogazioni e sfide pedagogiche”.
Coordinatore dell’evento oltre che docente di Pedagogia generale presso l’Università Suor Orsola la prof. Elisa Frauenfelder che ha invitato i più illustri pedagogisti italiani.
“L’attuale società è in una vera crisi educativa. E’ compito della pedagogia approntare la cassetta degli attrezzi per rispondere alle sfide” ha spiegato la Frauenfelder.
L’apertura del convegno intitolata “ Formazione come Res publica” ha visto il Preside della facoltà di scienze della formazione Lucio D’Alessandro insieme ad Angela Cortese dell’Assessorato regionale all’Istruzione formazione e lavoro la quale ha parlato della pedagogia nella odierna politica.
A seguire la Prof. Frauenfelder apostrofata da D’Alessandro come “La giovane signora della pedagogia” ha illustrato il pericolo in cui si trova la società odierna e soprattutto come la libertà sia stata violentemente occultata da sistemi come il big brother.
La prima sessione, dal titolo “Civitas educationis, technology and infinite responsibility”, presieduta dalla Prof. Ornella De Sanctis ha visto l’intervento del Prof. Rupert Wegerif di SEE University of Exter sul ruolo delle tecnologie comunicative. Si è detto molto convinto della possibilità di sfruttare al massimo la comunicazione poiché il dialogo è la prima e peculiare capacità dell’uomo.
Diverse le tematiche affrontate in giornata, in una successiva sessione dal titolo “Imparare democrazia come responsabilità pedagogica” presieduta dal prof. Enricomaria Corbi i relatori hanno spiegato quanto sia importante per la società moderna educare alla democrazia, allo scopo della civile convivenza.
Infine, come superare le barriere della disuguaglianza affidandosi alla pedagogia attraverso l’ultima sessione della giornata, intitolata “Oltre lo svantaggio e la disuguaglianza: una frontiera pedagogica” con il prof. Vincenzo Sarracino della Seconda Università degli Studi di Napoli in veste di moderatore.
Il giorno seguente la sala ha aperto le sue porte alla sessione “Stranieri a se stessi: per una pedagogia dialogica e cosmopolita”. La prof. Rita Fadda dell’Università degli Studi di Cagliari ha ricordato come sia possibile riconoscere noi stessi nello straniero per non respingerlo. L’ospite è diverso, noi lo consideriamo spesso minaccia eppure ne siamo attratti inspiegabilmente perché proietta una parte di noi stessi che ignoriamo. “L’esistenza è plurale” ha spiegato. Ha poi continuato il prof. Antonio Genovese dell’Università di Bologna con i tre punti cardine che, a suo parere, hanno accelerato la multiculturalità ovvero la trans nazionalità la globalizzazione e le guerre.
Ha proseguito la Prof. Franca Pinto Minerva dell’Università degli Studi di Foggia illustrando un’altra peculiarità della specie umana ovvero il nomadismo della vita, il nomadismo dei popoli ma anche di parole, di idee, pensieri, immagini, sogni e valori. Queste, secondo la professoressa, le caratteristiche che da sempre contrassegnano i percorsi della storia.
Il mondo moderno ha bisogno di una nuova educazione, un’educazione pronta a misurarsi con ogni questione. L’entusiasmo giovanile, così come ripetuto dai vari relatori, accende senz’altro un barlume di speranza.
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