La Gelmini rassicura sulle novità della scuola

scuola.jpgGenitori di figli in età scolare, niente paura: “Il tempo pieno verrà almeno confermato nelle scuole elementari dove già è praticato. Gli organici sono stati già fissati per consentire 27 ore a settimana nella prima classe e 30 dalla seconda alla quinta della scuola primaria. I soldi per i corsi di recupero ci sono: quasi 250 milioni di euro, una dotazione alle scuole più o meno uguale a quella dei due anni trascorsi”. Parola del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, che getta acqua sul fuoco delle polemiche divampate intorno alle preiscrizioni scolastiche.
Condotta e famiglie. Quanto al 5 in condotta, Gelmini sottolinea che: “A breve verrà emanato il regolamento che delega all’autonomia degli istituti, cioè ai consigli di classe, la decisione di sanzionare con il 5 in condotta e quindi bocciare gli studenti che si sono resi responsabili di atti gravi a scuola. Da troppo tempo i comportamenti degli alunni sono considerati secondari. È giunto il momento di ridare dignità alla scuola e ai docenti, coinvolgendo le famiglie”.
Responsabilità condivise. La numero uno di Viale Trastevere tiene a precisare che: “Il compito spetta alle singole scuole, alla loro autonoma decisione: sarà il consiglio di classe a valutare, oltre ai livelli di apprendimento, anche il rispetto delle regole di convivenza dello studente”.
Due miliardi per il Sud. Focalizzando l’attenzione sullo stato in cui versano le scuole del Mezzogiorno – in un’intervista rilasciata al “Mattino” di Napoli – la Gelmini aggiunge che alle scuole del Sud “sono destinati circa 2 miliardi di euro dei Fondi strutturali europei per il periodo 2007/2013. Con questi fondi puntiamo a migliorare il sistema scolastico del Mezzogiorno, ad assicurare la sicurezza degli edifici scolastici, a ridurre la dispersione scolastica, ad aumentare le dotazioni informatiche per le scuole, a sviluppare l’educazione degli adulti e a favorire il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, così come previsto dalla strategia di Lisbona”.

Manuel Massimo

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