Molti ne sono alla ricerca, ma tirate le somme il guadagno è veramente poco. Conti alla mano la busta paga degli italiani risulterebbe tra le “peggiori” rispetto a quelle dei grandi Paesi industrializzati. Il ritratto proviene dal Rapporto Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico, che su 30 Paesi situa l’Italia al 23/o posto.
Ma il “soldo” non è tutto. Note dolenti provengono anche sul piano della soddisfazione personale. Il lavoro in Italia sembrerebbe non pagare non solo da un punto di vista economico, ma anche mentale. Per gli italiani il lavoro non solo stanca, ma stressa.
Oltre nove milioni sono i lavoratori che soffrono di stress legato al proprio mestiere. È quanto emerge da uno studio di Scs Consulting, società di consulenza strategica attiva nel settore della valorizzazione delle risorse umane, secondo cui in Italia sono i professionisti (40%) a primeggiare nella classifica.
Si tratta di dati, secondo gli estensori della ricerca di cui è stata diffusa una sintesi, decisamente peggiore rispetto a ciò che avviene in altre nazioni: in Gran Bretagna la percentuale di stressati è pari al 27% del totale della forza lavoro, in Germania è il 25% e in Francia il 24%, mentre la media europea è del 22%.
E mentre il titolare del Welfare Maurizio Sacconi non ci sta a farsi accollare le responsabilità dei bassi salari italiani, la società di consulenza snocciola le prime cause dello stress. Niente paura, secondo lo studio ai primi posti ci sarebbero l’intensificazione del lavoro, lo scarso tempo libero da dedicare alla vita privata e il precariato. Solo a seguire la retribuzione monetaria.
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