Ecco i consigli dei docenti per affrontare al meglio la scelta della facoltà. Nella nostra Guida in edicola troverete inoltre: tutti i corsi di laurea, le città dove studiare, le dritte dei laureati, gli sbocchi occupazionali e la voce delle aziende.
Un “pentatleta fornito di una preparazione ad ampio raggio, con la possibilità di acquisire ulteriori specializzazioni”. Questo il ritratto del tradizionale laureato in Scienze Politiche tracciato da Fulco Lanchester, preside della facoltà nel primo ateneo romano. Ma oggi cos’è cambiato? I giovani in possesso di una laurea triennale in Scienze politiche riescono ancora a destreggiarsi nel “pentathlon” accademico e lavorativo?
Nel profilo di un laureato triennale in Scienze politiche quanto pesa il “sapere” e il “saper fare”? Ritiene ci sia un bilanciamento o nei fatti esiste una sproporzione?
Le facoltà di Scienze politiche, nate dal dibattito ottocentesco sulla necessità di fornire personale adeguato all’amministrazione pubblica statuale per l’interno e per l’estero, hanno nel tempo esteso la loro penetrazione nel settore delle comunicazioni di massa, dei partiti, dei sindacati e delle organizzazioni internazionali e non governative. La riforma del 1999 che ha articolato la laurea in due livelli non è riuscita a raggiungere obiettivi concreti. La base del “sapere” si è ridotta, mentre il “saper fare” non ha raggiunto livelli accettabili. La soluzione è in sostanza ripristinare ( o mantenere) lo zoccolo di base comune, riempiendo la laurea magistrale di contenuti specialistici e pratici adeguati a sbocchi professionali più precisi. Gli studenti devono sapere, però, che i titoli raggiunti devono essere accompagnati da livelli successivi di approfondimento (master, stage, eventuale dottorato e corsi di formazione permanente).
Secondo la sua esperienza, quanti sono davvero i laureati di primo livello che riescono a trovare come prima occupazione un lavoro affine al proprio percorso di studi?
Pochi e ad un livello non adeguato.
Quindi un neolaureato è costretto, almeno all’inizio, ad “inventarsi” un lavoro?
A mio avviso non ci si inventa il lavoro, ma vi si corrisponde.
Cosa comporterà per la laurea triennale in Scienze politiche l’entrata in vigore del “nuovissimo” ordinamento?
Per la Facoltà che presiedo il passaggio avverrà già dal prossimo anno accademico 2008-2009. In questa prospettiva abbiamo confermato la duplice forte vocazione per le Scienze politiche ed internazionali e per le Scienze dell’amministrazione, ma abbiamo anche ribadito la propensione a fornire una particolare lettura della preparazione economica. Per il settore della Cooperazione e sviluppo, abbiamo deciso di approfondire la collaborazione anche con altre facoltà.
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