A maggio l’Italia occupava gli ultimi posti delle classifiche in tema di istruzione. Un Paese decisamente sotto la media europea per numero di laureati. L’Eurostat ora torna a fotografare la realtà del nostro Stivale, allargando lo sguardo a tutto il continente europeo.
Continuano, infatti, ad arrivare dati “pesanti” sull’occupazione. Secondo l’ufficio statistico della Commissione europea il male peggiore e difficile da sradicare si chiama disoccupazione, un fenomeno che non colpisce solo l’Italia ma anche l’Europa.
Paese Italia. Guardando al nostro Paese l’Eurostat stima un calo trimestrale del 2,4% e annuale del 5,9%, ma la situazione non migliora nell’eurozona. Sono state circa 396.000 le persone che si sono trovate senza lavoro, ovvero 3,1 milioni di disoccupati nell’arco di un anno.
I più colpiti. A farne le spese sono stati specialmente i giovani sotto i 25 anni, che nell’ultimo periodo si sono trovati a passare da un tasso di disoccupazione del 18,5% a un 18,7%. A peggiorare la situazione ci sono i contratti “fai da te”, contratti precari che non favoriscono certo la ripresa economica. Assunzioni “ballerine” senza garanzie e con stipendi al limite della realtà.
La ripresa degli Usa. Ma il dato più triste emerge da un confronto con gli Stati Uniti, dove la crisi è partita. Se per gli USA i numeri della crisi si confermano nella loro gravità, i dati di oggi dell’Eurostat fotografano una situazione in cui è l’Europa che sta subendo i contraccolpi peggiori.
“Sembra che, sempre in un quadro di estrema criticità, – sottolinea l’istituto – l’economia Usa stia reagendo prima e meglio. Si tratta di un chiaro riflesso delle differenze strutturali sia tra le due economie che tra i due sistemi di adozione delle scelte di politica economica: più flessibili, reattivi e coordinati gli USA, più lenta e non senza contraddizioni l’Europa”.
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