La discussione sulle riforme costituzionali entrata nel vivo in parlamento nell’ultima settimana potrebbe avere un forte effetto anche sugli studenti universitari italiani. Nell’ambito della ridefinizione del titolo V della Costituzione stiamo infatti assistendo ad una modifica dell’articolo 117 riguardante la suddivisione di competenze tra Stato e Regioni: per la prima volta il diritto allo studio universitario sarà citato esplicitamente nell’ambito delle competenze esclusive delle regioni ma solo per quanto riguarda la sua ‘promozione’.
“In realtà la formulazione del testo presente nella riforma si presta a diverse interpretazioni e non chiarisce in pieno le responsabilità legate a questa materia” continua Scuccimarra “ma se prevarrà l’interpretazione attuale, in caso di approvazione, senza dubbio si aprirebbe uno scenario nuovo, con un evidente spostamento di competenze dalle Regioni allo Stato”.
“In questo scenario la priorità deve essere la garanzia di un sistema non solo uniforme su tutto il territorio nazionale ma veramente in grado di garantire l’accesso all’istruzione superiore a tutti gli studenti capaci anche se privi di mezzi, a partire dall’eliminazione della piaga degli idonei non beneficiari. La redistribuzione di competenze dovrà necessariamente essere seguita da una revisione dell’intero impianto normativo, a partire dal Dlgs 68/2012, che parta dall’individuazione chiara delle responsabilità rispetto alla garanzia di questo diritto costituzionale e da una definizione ampia ed inclusiva dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e dei requisiti di accesso alle provvidenze – conclude Scuccimarra. Una revisione che dovrà essere fatta con il pieno coinvolgimento degli studenti, perché abbiamo bisogno di un diritto allo studio che riattivi veramente l’ascensore sociale rappresentato dall’istruzione superiore, senza cadere per l’ennesima volta in un rimpallo di responsabilità tra Stato e Regioni”.