Approvato ieri alla Camera dei deputati l’articolo 9 della riforma che sancisce e regola i nuovi poteri assegnati ai dirigenti scolastici. Con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti, la discussa norma che attribuisce nuove funzioni ai dirigenti scolastici è diventata legge: il nuovo regolamento prevede che i dirigenti scolastici possano chiamare direttamente i docenti da impiegare nei propri istituti, ma assegna anche nuovi poteri per quel che riguarda la valutazione e il premio al merito degli insegnanti (anche questi affidati alla figura dirigenziale).
Molte le polemiche, soprattutto di docenti e sindacati, che vedevano nella norma lo spettro di presidi-sceriffo e temevano l’instaurarsi di logiche clientelari: su questo punto, in particolare, un emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle prevede che le nuove assunzioni siano esenti da conflitto di interesse avendo riguardo di possibili collegamenti soggettivi o di parentela tra dirigente scolastico e neo assunti.
La chiamata dei professori, poi, dovrà rispondere a criteri antidiscriminatori ed essere resa pubblica attraverso il portale internet di ciascun istituto: in questa maniera, il dirigente scolastico dovrà motivare pubblicamente le sue scelte e sarà la comunità accademica e quella di genitori e alunni a mantenere una sorta di controllo sul suo operato.
Le contestazioni non sono mancate anche nella giornata di ieri: durante l’approvazione del decreto, diverse decine di docenti si sono riuniti davanti alla sede della Camera per chiedere le dimissioni del ministro Stefania Giannini che, di risposta, appena approvato il punto 9 de La Buona Scuola ha risposto via twitter affermando che “Non ci saranno presidi-sceriffo, ma dirigenti responsabili e valutati”.
Tra le norme approvate nella giornata di ieri anche quella che sancisce la nascita di una rete di scuole per la “valorizzazione delle risorse professionali e la gestione comune di funzioni e attività amministrative”.
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