“Ad Auschwitz saresti stata più attenta”, prof accusata di razzismo

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“Ad Auschwitz saresti stata attenta”: è la frase ignobile di un’insegnante rivolta ad una studentessa ebrea del liceo artistico Catravillani di piazza Risorgimento a Roma.
A causa di un forte mal di testa, la giovane era uscita dalla classe ed era andata in bagno. Al suo rientro, il malessere non era ancora passato e si era seduta al suo posto. Il richiamo al campo del concentramento era scattato così, per un motivo banale.

I compagni di scuola la avevano difesa: “Professoressa, Lei è razzista”, le avevano detto. La docente, però, aveva ribattuto: “Non sono antisemita. Nella scuola italiana, però, non c’è più la disciplina di una volta”.
“Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato”, si è giustificata di fronte agli altri colleghi, durante un’istruttoria aperta dalla preside.

La donna aveva rischiato 15 giorni di sospensione ma si era ammalata e aveva chiesto di stare a casa per un mese- prima di andare in pensione per raggiunti limiti d’età.
“Sì, la frase c’è stata ma mi pare importante che i ragazzi abbiano solidarizzato con la loro compagna e l’episodio è stato ben assorbito dalla scuola. La professoressa non voleva dire quel che le è uscito fuori dalla bocca e i ragazzi hanno interpretato senza filtri. Non voleva offendere nessuno, e infatti non è stata punita”, ha detto la Preside Anna Maria Trapani.

Diverso il giudizio della comunità ebraica e del Presidente Riccardo Pacifici, secondo il quale “i compagni della ragazza sono i veri eroi. La loro capacità di non rimanere indifferenti è la migliore medicina per combattere ogni intolleranza. La cultura di questi ragazzi che sconfigge l’indifferenza, credo meriti di essere premiata, come accade ogni 27 gennaio al Quirinale”.

AZ

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